Autore: Prof. Leonardo Calza

Le cose importanti da sapere per evitare il contagio

Come noto, l’epidemia causata dal Coronavirus attualmente in corso ha avuto inizio in Cina, nella provincia dello Hubei, nel Dicembre 2019. Il virus è stato chiamato “SARS-Cov-2” e la malattia da esso causata è stata definita “Coronavirus Disease 2019” o COVID-19.
Il COVID-19 appartiene a una grande famiglia di virus (chiamati appunto Coronavirus), noti da tempo e responsabili generalmente di infezioni asintomatiche o di lieve entità a carico delle vie respiratorie. Negli ultimi 20 anni erano però già comparse due varianti più aggressive di questi agenti virali (il virus della SARS nel 2003 e il virus della MERS nel 2012), responsabili di quadri clinici più gravi a carico dell’apparato respiratorio, ma fortunatamente con una scarsa capacità di trasmettersi da un Paziente all’altro.

Le caratteristiche del nuovo virus

Il COVID-19 sembra avere un’elevata facilità di trasmissione interumana, da cui la rapida diffusione dell’epidemia dalla Cina al resto del mondo. Il virus si trasmette generalmente per via inalatoria, ovvero inalando le goccioline di saliva e di secrezioni respiratorie (droplets) espulse da un Paziente con starnuti e colpi di tosse.
Può essere trasmesso anche per contatto con oggetti contaminati dalle secrezioni del Paziente, se dopo aver toccato questi oggetti ci si porta le mani alla bocca o al naso. Per infettarsi è quindi necessario avere contatti ravvicinati e ripetuti con il Paziente, mentre se si resta ad una distanza di almeno 2 m dalla persona infetta non c’è alcun rischio di contrarre l’infezione.

Come ridurre il rischio di contagio

Per cercare di ridurre il rischio di contagiarsi è importante seguire alcuni semplici accorgimenti:

  • evitare i luoghi chiusi sovraffollati;
  • mantenere una distanza sufficiente (almeno 2 m) con le altre persone nei luoghi pubblici;
  • evitare abbracci e strette di mano;
  • lavarsi spesso le mani con soluzioni idroalcoliche (che inattivano il virus eventualmente venuto a contatto con le mani).
     

Quali sono i sintomi

In base ai dati pubblicati sui Pazienti cinesi, sappiamo che, quando si manifesta, la malattia ha inizio 3-6 giorni (di solito non oltre 14 giorni) dopo il contagio e nell’80-90% dei casi ha una manifestazione clinica lieve, comprendente febbre, mal di gola e tosse secca. In molti casi (ma è difficile sapere quanti) l’infezione può decorrere completamente senza sintomi e i Pazienti asintomatici sono certamente i più frequenti veicoli di diffusione del virus. In una bassa percentuale  dei casi, invece, l’infezione si manifesta in modo più grave con Polmonite ed Insufficienza respiratoria (tale da richiedere il ricovero in terapia intensiva), soprattutto in persone molto anziane, con malattie croniche cardio-respiratorie o gravemente immunodepresse.

Le possibili terapie

Al momento non ci sono farmaci certamente efficaci per combattere questa infezione, così come non ci sono vaccini per prevenirla.
Alcuni studi hanno evidenziato effetti favorevoli nel trattamento dei Pazienti con farmaci antivirali quali remdesivir (farmaco utilizzato nell’infezione da virus Ebola), lopinavir/ritonavir (farmaci anti-HIV) e clorochina (farmaco usato nella malaria), che sono attualmente utilizzati per il trattamento dei pazienti con malattia grave.
I Pazienti con malattia lieve sono invece generalmente trattati solo con terapia sintomatica (antipiretici, antidolorifici, integratori vitaminici, prevalentemente vitamina C), poichè l’infezione tende generalmente a risolversi spontaneamente entro 7-10 giorni.