Resa celebre dai famosi e antichi personaggi che ne hanno sofferto, tanto che nel famoso giuramento di Ippocrate si vieta chiaramente di operare il cosiddetto ”male della pietra”, la Calcolosi renale colpisce mediamente il 10% della popolazione in prevalenza maschile. Caratterizzata dalla formazione di agglomerati di sali minerali nei reni e nel tratto urinario, questa patologia si manifesta con un dolore lancinante e intermittente al fianco.
Calcoli, un’anomalia della filtrazione
I calcoli renali non sono altro che depositi solidi che si formano, crescono e si muovono all’interno delle vie urinarie. Di per sé non rappresentano una patologia vera e propria, ma sono piuttosto la manifestazione di un’alterazione che ha origine nel metabolismo.
Questa anomalia si esprime, come abitualmente può accadere nel filtro dei rubinetti di casa, nella formazione di incrostazioni e ostruzioni. Secondo una recente indagine della Società Italiana di Urologia, la Calcolosi costituisce la seconda patologia urologica più comune; in altre parole dobbiamo rassegnarci: si tratta di una malattia antica, le cui recidive sono di frequenza a volte esasperante. I calcoli generalmente vengono eliminati in modo del tutto spontaneo, ma può accadere che un calcolo di grandi dimensioni o particolarmente spinoso si fermi nell’uretere, il tubicino che collega rene e vescica e che trasporta l’urina, provocando danni così gravi da poter mettere a rischio la funzione del rene e promuovendo una infezione rischiosa per la vita.
Come si manifesta la malattia
Quando il calcolo è di grosse dimensioni ed è fermo nel rene, spesso manifesta la sua presenza con una Lombalgia, da non confondersi con un comune“mal di schiena” oppure con la comparsa di sangue nelle urine (Ematuria), soprattutto dopo aver praticato attività fisica. Può accadere invece che improvvisamente e anche in stato di perfetta salute, un calcolo, in genere di piccole dimensioni, lasci il rene ed imbocchi l’uretere, dando luogo alla colica renale. Il dolore che accompagna questa condizione è di grandissima intensità, spesso paragonato a quello del parto, intermittente ed accompagnato da nausea, vomito e sudorazione. Via via che il calcolo procede verso la vescica i sintomi cambiano: il dolore non viene più riferito al fianco, ma al testicolo o alle grandi labbra, con un aumento della frequenza delle minzioni, manifestazioni che anticipano l’espulsione del calcolo.