Autore: Dott. Lorenzo Sabbioni

Curare il sintomo

La grande novità è però rappresentata dall’arrivo di terapie mediche che in questi ultimi anni sono state perfezionate, migliorandone l’efficacia e riducendone i pesanti effetti collaterali presenti in precedenza.
In molteplici casi le mestruazioni abbondanti possono infatti essere trattate mediante un dispositivo intrauterino che lentamente rilascia un progestinico (Levonorgestrel), capace di migliorare perdite mestruali, dolore e valori ematici di emoglobina. Ciò si traduce in un miglioramento della qualità di vita delle Pazienti che, per minimo 5 anni, possono beneficiare di una terapia che non necessita di assunzione giornaliera, con un costo nettamente inferiore rispetto ad altri farmaci assunti, ad esempio, per bocca.
I dispositivi intrauterini medicati a lento rilascio di Levonorgestrel rappresentano un farmaco in commercio in Italia da diversi decenni e la specifica formulazione approvata per i flussi mestruali abbondanti e i Fibromi prevede un dosaggio estremamente efficace. Il livello di soddisfazione è tale che in molti casi, specialmente per Fibromi o uteri di dimensioni non estreme, è possibile evitare in queste Pazienti l’asportazione chirurgica dell’utero. Curare il sintomo e restituire alla Paziente un’ottima qualità di vita senza andare in sala operatoria non deve essere più considerata una opzione di seconda scelta. È perciò fondamentale che la via di somministrazione intrauterina (molto utilizzata in Europa e nel mondo anglosassone) sia implementata, al fine di evitare interventi demolitivi ancora troppo spesso superflui.

Novità sui farmaci

La vera novità nel campo della terapia medica dei Fibromi uterini è rappresentata dall’introduzione di una nuova categoria di farmaci: i modulatori selettivi dei recettori del progesterone (SPRM) e in particolare dell’Ulipristal, entrato in commercio in Italia dal 2014.
L’Ulipristal (è il nome del principio attivo), da assumere quotidianamente per bocca sotto prescrizione medica, determina una riduzione delle dimensioni del Fibroma tramite inibizione della proliferazione cellulare e induzione della morte cellulare programmata (apoptosi). Ciò determina un effetto diretto sull’endometrio con una rapida riduzione delle mestruazioni; inoltre vi è un effetto diretto a livello centrale sull’ipofisi che comprende induzione di amenorrea (mancanza di mestruazioni) e inibizione dell’ovulazione, anche se non può essere considerato un contraccettivo.
Il rapido effetto di riduzione volumetrica è particolarmente rilevante se si considera che un Fibroma uterino (assimilabile come forma ad una sfera) dimezza il suo volume riducendosi di diametro da 5 cm a 4 cm. L’effetto visibile per la Paziente sarà dunque un miglioramento del controllo del ciclo mestruale già a partire dal primo ciclo di terapia, con valori di soddisfazione che superano il 92-95%. Le Pazienti sottoposte a cicli di terapia con Ulipristal riferiscono inoltre un significativo miglioramento del dolore pelvico e, in generale, della qualità di vita.

Quando è indicato

Non tutti i Fibromi uterini potranno però essere trattati con la terapia medica; la letteratura suggerisce il ricorso alla Chirurgia mininvasiva isteroscopica per trattare le forme facilmente aggredibili in quanto aggettanti all’interno della cavità endometriale (classificate come G0-G1 secondo la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia).
Diverso sarà il discorso per le lesioni miomatose (classificate come G2-G6) che invece potranno trovare beneficio nel trattamento con Ulipristal.
Una buona risposta alla terapia medica ed il possibile desiderio di gravidanza faranno da guida nel management, che andrà personalizzato in modo da ottenere un trattamento specifico per il singolo caso.
In Italia Ulipristal è indicato per un ciclo di trattamento preoperatorio dei vari sintomi che la Paziente riferisce (siano essi moderati o gravi), in donne adulte in età riproduttiva, anche quando non candidabili all’intervento chirurgico per motivazioni mediche o perché la Paziente preferisce scegliere di non essere operata.
Il trattamento deve essere iniziato in assenza di patologie epatiche ed è raccomandato un monitoraggio in corso di terapia degli enzimi del fegato, soprattutto in fase iniziale. Grazie alla Nota 51 della Agenzia italiana del farmaco i primi quattro cicli di terapia, della durata sempre superiore a 12 mesi, sono gratuiti, con un mantenimento del miglioramento dei sintomi che persiste anche dopo la cessazione della terapia.
In conclusione, la modernizzazione della Medicina e l’ingente sforzo della ricerca hanno permesso di ampliare le opzioni terapeutiche a disposizione per trattare i Fibromi dell’utero. L’alta efficacia di questi sistemi, sommata agli alti tassi di soddisfazione, fanno sì che nel ventaglio di opzioni non si possa non considerare la Terapia medica accanto alla Chirurgia nel trattamento personalizzato delle nostre Pazienti.


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