Autore: Prof. Stefano MelettiProf. Paolo Tinuper

L’approccio chirurgico

La Chirurgia dell’Epilessia si basa su un percorso diagnostico- terapeutico che ha l’obiettivo di individuare la regione del cervello (chiamata “zona epilettogena”) da cui originano le crisi epilettiche e quindi asportarla chirurgicamente. Non tutte le persone affette da Epilessia sono tuttavia candidabili per un intervento di asportazione della zona epilettogena.
L’indicazione chirurgica è da prendere in considerazione in primo luogo per le persone affette da una forma cosiddetta focale e farmacoresistente. L’Epilessia è definita “focale” quando le crisi hanno avuto origine da una zona unica e delimitata della corteccia celebrale.
Con il termine “farmacoresistente” si indica invece un’Epilessia che non viene controllata dai farmaci antiepilettici, per cui la persona continua a presentare crisi nonostante la terapia.
L’accesso ad un percorso di Chirurgia dell’Epilessia è oggi però non più limitato alle persone con Epilessia “farmacoresistente”, ma anche, fin dalla diagnosi iniziale, alla persona in cui è documentata una lesione cerebrale epilettogena, potenzialmente asportabile garantendo una alta probabilità di guarigione e bassi rischi operatori.
L’individuazione della zona epilettogena presuppone una serie di indagini molto sofisticate che possono essere eseguite in Centri specializzati.
In particolare, negli ultimi anni sono state sviluppate tecniche non invasive per cercare di localizzare la zona di origine delle crisi, l’epicentro, e la loro propagazione. Grazie a queste valutazioni si riescono ad individuare i casi da inviare in sala operatoria.
Tuttavia ci sono situazioni più complesse, in cui è difficile identificare la zona epilettogena, solo con le indagini non-invasive. In questi casi si può ricorrere a metodiche che prevedono la registrazione diretta dell’attività elettrica intracerebrale attraverso l’impianto di elettrodi. Questa metodica, chiamata Stereo-EEG, viene eseguita con tecniche stereotassiche che consentono di impiantare, con un casco speciale, elettrodi in profondità nel cervello per individuare la zona epilettogena. La procedura di inserimento è guidata da mappe dettagliate di imaging 3D ed è assistita da un robot che raggiunge la traiettoria ottimale.

Quali sono i rischi della terapia chirurgica?

Ci sono i rischi “generali” di un qualsiasi intervento chirurgico, e i rischi “specifici” correlati alla zona cerebrale che si considera da asportare. Quando la zona epilettogena coinvolge o è vicina a regioni cerebrali particolarmente importanti, come le aree che presiedono a linguaggio, movimento e visione, è importante verificare prima, attraverso indagini di Risonanza Magnetica Funzionale, i rapporti tra queste aree e la presunta zona epilettogena per evitare di causare lesioni chirurgiche.

Quando intervenire?

È consigliabile intervenire il più presto possibile, se ci sono le indicazioni anche in età pediatrica. Prima il bambino si libera dalle crisi, prima potrà completare il normale sviluppo cognitivo.
Nel nostro Paese purtroppo, la consapevolezza dell’efficacia e sicurezza della terapia chirurgica è ad oggi probabilmente bassa, sia nella comunità di Medici non Specialisti e Medici di famiglia, sia nella comunità delle persone con Epilessia.

Un approccio terapeutico che riduce le crisi

Infine, nelle persone con Epilessie farmaco-resistenti in cui una soluzione chirurgica non può essere proposta, sono oggi possibili trattamenti di neuro-modulazione dell’attività cerebrale con l’obiettivo di ridurre la frequenza delle crisi. Questo tipo di trattamento è rappresentato dalla stimolazione del nervo vago. Si tratta dell’impianto di un piccolo stimolatore (come un pacemaker) che viene posizionato nella parte alta del torace e che è connesso al nervo vago al collo del Persona. Gli impulsi dello stimolatore attraverso il nervo vago sono quindi condotti fino alla regione del tronco-encefalico, alla base del cervello, e da qui esercitano un effetto di modulazione dell’attività corticale. Questo trattamento, può ridurre in maniera significativa la frequenza delle crisi e migliorare la qualità di vita della persona.

Due centri all’avanguardia

In Emilia Romagna è attivo un Centro Interaziendale per la Chirurgia dell’Epilessia, articolato su due sedi: a Bologna l’IRCCS Istituto Scienze Neurologiche presso l’Ospedale Bellaria (AUSL Bologna) e a Modena il Dipartimento Integrato di Neuroscienze presso l’Ospedale di Baggiovara (AOU Modena). Gli Specialisti dei due Centri lavorano in modo integrato per offrire a ciascun Paziente l’intervento, la sede e le professionalità più adeguate alla sua condizione. I Centri sono stati attivati dalla regione Emilia Romagna, su progetto elaborato dal Gruppo di lavoro regionale Epilessia in accordo con le Associazione dei Pazienti (AICE e AEER). Per informazioni rivolgersi al proprio Specialista di riferimento oppure a: Centro Epilessia Bologna tel. 051 4966994 Centro Epilessia Modena tel. 059 3961658


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