Geotermia e teleriscaldamento

Autore: Dott. Francesco ZarlengaAntonella Ciana

 

Veniamo allora al potenziale geotermico in Italia…

La geologia dell’Italia è straordinaria da un punto di vista geotermico, essendo caratterizzata dalla presenza di vulcanesimo continuo, anche se “migrante”, dall’epoca geologica del Miocene all’attuale. L’area compresa fra Genova e le Isole Eolie, ad esempio, interessando tutto il fondo del Mar Tirreno, le coste toscane, laziali e campane, è quella più importante da un punto di vista geotermico, dato che in essa potrebbe esistere almeno un acquifero (ovvero l’acqua che circola nel sottosuolo) a temperatura superiore a 150°C a profondità inferiore a 3 km.

L’utilizzo globale dell’energia geotermica risale comunque all’antichità…

Sì, sia in termini di calore che di fluidi caldi e di vapore. Le tecnologie attualmente disponibili sono però ovviamente maggiori, tanto che ora può risultare vantaggioso anche l’utilizzo dei fluidi a bassa entalpia, sia in relazione alle tecnologie disponibili, sia in relazione alla loro abbondanza, diffusione e accessibilità, come nel caso delle sorgenti termali.

Quali sono, appunto, le tecnologie disponibili e per cosa vengono utilizzate?

Le tecnologie che consentono lo sfruttamento delle risorse geotermiche sono diverse e si differenziano in funzione dei tipi di utilizzo (elettrici e non elettrici) e della tipologia di risorsa e del suo contenuto energetico (utilizzo del semplice calore terrestre e/o delle acque calde e/o vapore). A seconda del suo stato (alta, media o bassa entalpia) e/o delle condizioni termiche, idriche e di sistema, questa risorsa può essere utilizzata per produrre energia elettrica di potenza; per teleriscaldamento; per riscaldamento e/o raffrescamento domestico di piccole e medie utenze; per usi agricoli, industriali e/o civili e, infine, per uso termale. In Toscana, ad esempio, la geotermia copre una quota significativa del fabbisogno energetico: il centro nevralgico è nella zona di Larderello, dove l’utilizzo della fonte geotermica si è dimostrato praticabile ed efficiente, tanto che le centrali geotermiche producono circa 5 TW/ anno, pari al 6,82% della produzione da fonti rinnovabili su scala nazionale e a circa l'85% su scala regionale, rappresentando circa il 26% del fabbisogno di energia elettrica su base regionale e l’1,5% su base nazionale.

Il concetto di teleriscaldamento urbano è ancora poco conosciuto, eppure apre scenari di risparmio energetico e sicurezza ambientale notevoli. Ce lo spiega?

Prima di tutto, il termine “teleriscaldamento” sottolinea la peculiarità del servizio, cioè la distanza tra il punto di produzione del calore e i punti del suo utilizzo. I sistemi di teleriscaldamento urbano sono di vario tipo in funzione di come è prodotto il calore e sono anche un’importante opportunità per un uso più razionale dell’energia e un grande contributo nella riduzione dell’inquinamento locale. Un sistema di teleriscaldamento si compone di: una rete di trasporto, una centrale di produzione del calore e/o di una risorsa naturale di tipo geotermico, messi al servizio contemporaneo di più edifici. La rete di distribuzione è la parte più costosa di questo tipo di impianto, incidendo sull’investimento complessivo tra il 50 e l’80%. Il sistema di distribuzione può utilizzare diversi tipi di fluidi, ma la tendenza in Italia è quella di usare acqua calda (80-90°C) o leggermente surriscaldata (110-120°C). in Italia è stato sviluppato a Ferrara un progetto molto significativo di Sistema Energetico Integrato e Servizio di Teleriscaldamento.