E' importante un approccio multidisciplinare?
Esistono diversi tipi di ruralità, in funzione di produzione, ambiente, paesaggio dei vari territori, criticità, potenzialità… Grazie anche allo sviluppo di nuove tecnologie e nuove metodologie, gli studi di analisi, valutazione e monitoraggio territoriale si sono fortemente intensificati e affermati a livello internazionale. A livello nazionale queste tematiche vengono affrontate sempre di più con approcci alle più diverse discipline in vari settori, mettendo in campo conoscenze e competenze di scienze agrarie e agroambientali, di ingegneria agraria e biosistemi, di scienze statistiche, economiche e sociali, di urbanistica, di scienze geografiche e così via. Nell’àmbito dell’ingegneria agraria, ad esempio, lo studio del territorio rurale e il tema della sua pianificazione ha assunto da tempo un ruolo molto importante; esistono metodi di analisi e pianificazione del territorio in grado di utilizzare le banche dati disponibili su dati demografici, agricoli, socioeconomici e di uso del suolo, opportunamente affiancate da un rilevamento degli stessi dati efficiente e che consenta di andare oltre i confini amministrativi. Al tempo stesso, un passo cruciale è quello di poter valutare contemporaneamente i molti aspetti che determinano il profilo agroambientale e socioeconomico di un territorio […]
Il 12% della popolazione mondiale è tuttora sottonutrito…
Ora si può rendere più efficace il conseguimento degli obiettivi strategici definiti dalla FAO, ossia: eradicazione di denutrizione e malnutrizione, incremento della produttività sostenibile di agricoltura e pesca, riduzione della povertà e resilienza (ossia capacità di adattamento) di fronte alle calamità. Tecniche innovative di analisi dei dati telerilevati consentono di mettere a sistema le informazioni su produttività e uso dei suoli con quelle relative ai fabbisogni alimentari; l’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza alimentare.
Quali i possibili scenari futuri realisticamente immaginabili e attuabili?
Siamo ormai in grado di eseguire analisi ad alta risoluzione spaziale e temporale delle trasformazioni del paesaggio rurale e del consumo di suolo, mettendo a punto metodologie per i piani territoriali che si basino su variabili agroambientali, infrastrutturali, demografiche e paesaggistiche; questo sarà utile per individuare aree idonee a politiche territoriali e agroambientali specifiche, oltre che per valutare la sostenibilità di diversi scenari di svilppo territoriale alternativo, con la creazione di mappe di cosiddetta “idoneità territoriale”. La nostra idea è che si possa davvero migliorare la qualità del paesaggio rurale solo se si cambia punto di vista: da quello della riparazione dell’impatto “a posteriori” a quello della integrazione paesaggistica “a priori”; questo, tanto nella progettazione quanto nella elaborazione di regolamenti urbanistici ed edilizi e di linee guida.
Le considerazioni finali su queste nuove sfide?
Oggi abbiamo l’opportunità di rivedere modelli ormai consolidati: l’approccio multidisciplinare allo studio di dinamiche, criticità e opportunità del territorio rurale è in grado di fornire gli elementi necessari per definire e verificare nel loro svolgersi politiche mirate a far coesistere sicurezza alimentare, sviluppo agricolo e rurale, sostenibilità economica e tutela di paesaggio e ambiente. Ciò che occorre è mettere al centro la ricerca e lo sviluppo di nuove conoscenze, al tempo stesso formando esperti e professionisti “del futuro”, facendo leva sull’irrinunciabile legame tra progressi di conoscenza e progetti formativi innovativi. Questi ultimi, va da sé, vanno costantemente monitorati affinché rispondano alle esigenze della società in un contesto nazionale e internazionale in rapida evoluzione. Altrettanto necessario è mettere al centro una “cultura della qualità” fortemente radicata quando si elaborano offerte formative che dovranno essere ulteriormente potenziate attraverso reti di scambio a livello internazionale.