Prebiotici e probiotici, perché fanno bene e dove trovarli

Autore: Prof. Paolo Ranalli

Questi microrganismi risultano particolarmente importanti per ottimizzare le caratteristiche benefiche del Microbiota intestinale 

La buona salute del nostro sistema digestivo dipende dal mantenimento dell’equilibrio dei miliardi di batteri che vi abitano. È noto, altresì, che l’alterazione della flora intestinale può provocare difficoltà digestive, indebolimento del sistema immunitario e predisposizione alla diarrea. Lo stress, una dieta scorretta, l’assunzione di antibiotici o anche solo la stanchezza possono compromettere il naturale equilibrio dell’intestino.

Le funzioni della flora intestinale

È ormai ben noto che la flora intestinale assolve a diverse funzioni:

  • contribuisce all’ultima fase della scomposizione degli alimenti, soprattutto delle fibre;
  • permette di sintetizzare alcune vitamine (vitamine del gruppo B e vitamina K);
  • interviene nel metabolismo del colesterolo e dei sali biliari;
  • costituisce un vero e proprio sistema immunitario che condiziona non solo la salute dell’intestino stesso, ma anche dell’intero organismo di un individuo adulto.

La modulazione del Microbiota intestinale (l’insieme di organismi unicellulari, in maggioranza batteri che popolano l’intestino) è forse oggi una delle sfide più interessanti della ricerca medica e l’impiego di prebiotici, probiotici e simbiotici rappresenta lo strumento più importante per conseguirla.

I prebiotici

Si possono definire ingredienti alimentari, non digeribili, che hanno un effetto benefico sull’organismo umano in quanto stimolano selettivamente la crescita o l’attività di una o di un limitato numero di specie batteriche nel colon, utili allo sviluppo della microflora probiotica. Essi comprendono diverse classi di composti (fibre idrosolubili, polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, fruttani, oligofruttosaccaridi) e sono presenti in diversi cibi, in particolar modo nei seguenti alimenti: farina di frumento, banane, germe di grano, fagioli, aglio e cipolla. Di seguito accennerò alle principali sostanze prebiotiche e alle loro caratteristiche biologiche.

La fibra alimentare

Comprende un insieme di sostanze organiche appartenenti alla categoria dei carboidrati che l’apparato digerente umano, con i suoi enzimi digestivi, non è in grado di digerire e assorbire. La fibra arriva indecomposta nell’ultima parte dell’intestino (colon), dove viene demolita dalla microflora, qui presente con formazione di composti che migliorano il pH intestinale; questo, a sua volta, deprime la crescita dei batteri dannosi, la cui attività è fonte di metaboliti notoriamente associati allo sviluppo dei Tumori di colon e retto; parallelamente a ciò, la fibra incentiva la crescita di quella flora batterica intestinale benefica (effetto prebiotico), con effetti protettivi nei confronti della mucosa dell’intestino. Inoltre la fibra svolge queste importanti funzioni:

  • regolarizza la funzione intestinale, contrastando disturbi come stitichezza, emorroidi e diverticolite;
  • velocizza il transito intestinale, riduce il tempo di permanenza nell’intestino delle sostanze tossiche per la mucosa intestinale, con un effetto protettivo nei confronti del Tumore al colon e al retto;
  • provocando una sensazione di pienezza, aumenta il senso di sazietà, il che contribuisce a un miglior controllo del peso corporeo e alla lotta al sovrappeso e all’Obesità.

Le fibre alimentari si ritrovano soprattutto in alimenti che hanno origine vegetale, come frutta, verdura, cereali integrali e legumi e vengono normalmente assunte attraverso la dieta. Per poter trarre vantaggio dagli effetti benefici della fibra alimentare, l’apporto giornaliero raccomandato è pari a 30 g al giorno.

L’inulina

L’inulina è un polisaccaride, formato da più molecole di fruttosio, estratto specialmente da topinambur e cicoria. L’inulina si usa per ripristinare la carica batterica intestinale danneggiata a seguito di terapie antibiotiche o come leggero lassativo o per migliorare l’assorbimento intestinale del calcio e ridurre il colesterolo. A differenza di altri carboidrati, l’inulina ha un sapore sostanzialmente neutro e può essere quindi utilizzata come additivo: viene per esempio utilizzata in gelateria, in pasticceria e in diverse altre preparazioni alimentari. La forma maggiormente utilizzata è la polvere estratta dalla radice e se ne utilizzano 4-8 grammi al giorno.

I frutto-oligosaccaridi

Dal punto di vista chimico sono fruttani a catena corta presenti in diverse specie di vegetali tra cui legumi, cereali, cicoria, cipolla, carciofi, dove svolgono il ruolo di riserva energetica. I frutto-oligosaccaridi sono sostanze in grado di stimolare in modo selettivo la crescita e il metabolismo della flora batterica, favorendone il riequilibrio; favoriscono, inoltre, la digestione in caso di dispepsia e mantengono nella normalità i valori di colesterolo e trigliceridi nel sangue.


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