Etichetta alimentare, impariamo a leggerla

Autore: Prof. Paolo Ranalli

Altre indicazioni obbligatorie

Sull’imballaggio o sul contenitore dell’alimento devono inoltre essere necessariamente riportate queste informazioni:

  • il responsabile commerciale e la sede dello stabilimento;
  • gradazione alcolica: è la misura del contenuto di etanolo in una bevanda alcolica;
  • il lotto di produzione;
  • la modalità di conservazione e di utilizzazione e le istruzioni per l’uso;
  • l’origine e la provenienza: questa indicazione, già obbligatoria per alcuni prodotti (carni bovine, pesce, frutta e verdura, miele, olio extravergine d’oliva), viene estesa anche a carni fresche e congelate delle specie suina, ovina, caprina e avicola;
  • la marchiatura di identificazione e la bollatura sanitaria (per le carni fresche): sono implicite, anche se non riportate in etichetta, la presenza di garanzie igienico-sanitarie dell’alimento (ossia l’assicurazione che siano rispettate le norme e tutti gli standard di lavorazione del prodotto); la salubrità, ovvero la garanzia che il prodotto commercializzato non contenga residui di anticrittogamici o di altre sostanze nocive e, in generale, sia stato trattato unicamente con sostanze ammesse dalla legge.

I possibili contaminanti

Purtroppo, i requisiti di salubrità non sono sempre scontati, poiché gli alimenti, nel percorso dalla produzione fino al consumo, possono essere contaminati da fattori biologici (microrganismi e parassiti), composti chimici (residui di pesticidi, metalli pesanti, farmaci veterinari), esposizioni fisiche (sostanze radioattive).
In particolare, non sono da escludere micotossine (per esempio, in partite di frumento ottenute da coltivazioni in campo attaccate da funghi tossigeni), metalli pesanti (in matrici vegetali che provengono da siti colturali prossimi ad aree industriali, strade di grande comunicazione e altre sorgenti di inquinanti) e molecole chimiche (per esempio, in prodotti sottoposti a trattamenti antiparassitari e raccolti anzitempo, prima che sia trascorso il “periodo di carenza” previsto da ciascun presidio chimico).

Attività di contrasto alla contraffazione

L’attività di contrasto alla contraffazione agroalimentare è svolta da diversi Corpi di Polizia ed Enti preposti, come ad esempio Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane, Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS), Nuclei Antifrodi Carabinieri (NAC), l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Si è creata una banca dati nazionale “ad hoc” per i dati sui sequestri di prodotti alimentari, denominata IPERICO (Intellectual Property Elaborated Report of the Investigation on Counterfeiting): è in grado di fornire, tramite semplici interrogazioni, informazioni sui sequestri effettuati dai diversi Corpi coinvolti nell’attività di contrasto. Tale database permette di integrare e armonizzare, laddove possibile, i dati provenienti dalle banche dati di proprietà di ciascun organismo preposto al controllo; ciò, per avere una visione di insieme, innovativa, omogenea e integrata dell’attività di repressione sul territorio nazionale. È consultabile on line: chiunque può accedervi per avere informazioni sul numero dei sequestri effettuati e sul numero e valore dei pezzi sequestrati, ripartiti per anno, settore merceologico e territorio, anche mediante interrogazioni personalizzate di dettaglio.

Il consumatore può essere sicuro?

La risposta è affermativa: il nostro Paese ha sviluppato una taske-force nella repressione degli illeciti alimentari che ha raggiunto elevati livelli di professionalità: vi concorrono, prima di tutto, le consolidate competenze del personale che vi opera, nonché gli attrezzati laboratori di analisi all’altezza del loro compito. È certamente importante che l’etichetta risulti completa e facilmente comprensibile, occorre però promuovere un’aggiornata educazione alimentare che deve coinvolgere tutti gli strati sociali: dalle casalinghe agli studenti, dai pensionati ai lavoratori. Ciò, allo scopo di formare un consumatore consapevole, in grado di scegliere i prodotti maggiormente rispondenti alle proprie esigenze e che conosca i principi basilari della sicurezza alimentare a livello domestico, al fine di proteggere se stesso e i suoi familiari da eventuali rischi.


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