Gli studi scientifici
Da un’analisi di 5 studi epidemiologici sono stati analizzati i dati di 76.172 persone (di cui 27.808 vegetariani) per studiarne la diversa distribuzione delle cause di morte ed è emerso che chi consuma una dieta vegetariana ha nel sangue minori livelli di colesterolo totale e di colesterolo LDL rispetto alla popolazione generale e una minore mortalità per patologie coronariche. Più recentemente, Ferdowsian ha pubblicato una revisione della letteratura degli studi riguardanti l’influenza dell’alimentazione vegetariana sui livelli di lipidi nel sangue (colesterolo totale e colesterolo LDL). Su 7.261 studi pubblicati, 27 sono stati ritenuti idonei all’analisi perché completi dei dati da valutare. Di questi 27 studi 13 erano studi di tipo osservazionale, 14 studi di intervento (studi randomizzati controllati). Ricordo brevemente che per studi osservazionali si intendono studi dove viene per l’appunto osservato un campione di persone e le loro caratteristiche senza intervenire che è invece l’azione che caratterizza gli studi cosiddetti di intervento dove, come in questo caso, si somministrava una dieta vegetariana e se ne valutavano gli effetti.
Nei 13 studi osservazionali sono stati complessivamente valutate 4.772 persone di varia età, etnia diversa ed entrambi i sessi. In tutti gli studi tranne uno sono stati trovati differenze significative nei valori di colesterolo nel sangue tra chi tra chi assumeva una dieta vegetariana e chi non la assumeva. Quando sono state valutati gli effetti di diverse diete vegetariane (e lattoovo- vegetariana, latto-vegetariana e vegana) è stato osservato che tra chi seguiva una dieta vegana si riscontravano i più bassi valori di colesterolo.
Cooper e collaboratori nell’82 hanno pubblicato un lavoro in cui i partecipanti erano invitati casualmente ad assumere una dieta vegetariana o una tipica dieta Americana. Come risultato i valori di colesterolo totale e di colesterolo LDL erano inferiori in chi aveva assunto una dieta vegetariana.
Kestin e collaboratori hanno invece studiato gli effetti di una dieta lattoovo- vegetariana in confronto a una tipica dieta Australiana ed una dieta con carne magra. Il lavoro, pubblicato nel 1989, ha evidenziato che in chi seguiva una dieta latto-ovo vegetariana i valori di colesterolo totale e LDL erano inferiori rispetto agli altri due tipi di dieta.
Ornish e collaboratori nel 1990 ha valutato se una dieta vegetariana in aggiunta allo stile di vita (smettere di fumare, esercizio fisico e tecniche di rilassamento) potesse migliorare i valori di colesterolo ematici e migliorare l’Arteriosclerosi. Dopo un anno, nel gruppo di intervento si registravano valori ematici di colesterolo totale e LDL ridotti (del 24%) rispetto al gruppo di controllo mentre in entrambi i gruppi non si modificavano i valori di colesterolo HDL e trigliceridi. L’Arteriosclerosi (misurata a livello delle coronarie) migliorava nel gruppo di intervento mentre peggiorava nel gruppo di controllo. Tali dati venivano ulteriormente riconfermati a 4 anni di distanza, in particolare nel gruppo di intervento i valori di colesterolo totale e colesterolo LDL rimanevano bassi pur in assenza di farmaci.
In un altro studio, coinvolgente donne non in menopausa, Bernard e collaboratori nel 2000 hanno valutato gli effetti di una dieta vegana consistente in cereali, verdure, legumi e frutta. Alle partecipanti veniva chiesto di proseguire con la loro dieta abituale e assumere una compressa (placebo) oppure iniziare una dieta vegana a basso contenuto di grassi (10% delle calorie totali) per una durata di 2 cicli mestruali. L’assegnazione ad uno all’altro gruppo avvenne in modo casuale. In seguito all’assunzione della dieta vegana i valori di colesterolo totale e LDL venivano ridotti (rispetto ai valori di partenza) in media del 13%.