Celiachia, alimentazione senza glutine

Autore: Dott. Giuseppe Maria RoveraDott.ssa Marzia Mirabelli

 

Quando è difficile porre una diagnosi

Ma l’alimentazione senza glutine sta diventando anche una moda: basti pensare alle numerose persone famose che dichiarano che dopo aver escluso il glutine dalla propria dieta si sentono meglio… La dieta “gluten free” è quindi diventata un fenomeno mediatico, con moltissimi seguaci, con il risultato di generare ritardi nella diagnosi della malattia nei soggetti veramente affetti da Celiachia. Un ulteriore problema emergente è quello dell’autodiagnosi, ovvero della conversione all’alimentazione senza glutine solo per un sospetto di malattia, prima ancora di aver effettuato esami clinici di approfondimento, rendendo così molto difficile, se non impossibile, una eventuale diagnosi.

La “Gluten Sensitivity”

Emerge, però, un nuovo gruppo di soggetti per i quali non è possibile porre la diagnosi di Malattia celiaca, in quanto sono affetti da un disturbo chiamato “Gluten Sensitivity” o Sensibilità al Glutine non Celiaca, un insieme di sintomi, sia intestinali che extraintestinali, che non si possono attribuire né alla Celiachia né all’Allergia al grano, che scompaiono o migliorano rapidamente con l’eliminazione del glutine e altrettanto rapidamente ricompaiono alla sua reintroduzione. A livello scientifico ormai è chiara l’esistenza di questo disturbo, ma non è ancora del tutto possibile porre una diagnosi certa. Di sicuro, la soglia di tolleranza al glutine può essere molto flessibile e va individuata caso per caso, per cui non tutti i soggetti che ne soffrono sono costretti ad adottare una dieta molto restrittiva e soprattutto a vita.

In conclusione si può affermare che, prima di iniziare una dieta “gluten free”, è sempre consigliabile rivolgersi a Specialisti, soprattutto se non è ancora stata confermata o esclusa la diagnosi di Celiachia, evitando di seguire mode o tendenze, ma basandosi su dati certi.

 

 


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