Bambini e alimentazione

Autore: Dott.ssa Luisella Zanino

 

Le patologie da accumulo 

Le patologie da accumulo si instaurano subdolamente e lentamente, provocando sintomi dopo molto tempo, spesso dopo i quarant’anni di età, come ad esempio mal di testa senza cause apparenti o sindrome da affaticamento cronico. Il corpo lentamente si intossica e lentamente reagisce e si ribella. Il cibo assume comunque una valenza ben più ampia a livello sociale, e non solo, dal punto di vista sanitario. Il cibo è la vita e perciò non dovrebbe essere disgiunto dalla vita che ci circonda.
Culturalmente, l’uso frettoloso di prodotti alimentari commerciali “buoni per tutte le stagioni” depaupera la nostra società dai valori legati al significato del cibo come prodotto della terra, dalle nostre radici culturali, dal ritmo del tempo legato non solo al procedere lineare di “kronos” ma anche al ritmo circolare di “kairos”: il giorno che nasce e muore, la luna che cresce e cala, le stagioni che si susseguono e ritornano, i prodotti non sempre uguali che la terra ci offre. Una ricchezza che diventa un bagaglio perduto per i nostri bambini quando noi adulti ne diventiamo inconsapevoli e dunque incapaci di trasmetterla.Alimentarsi con consapevolezza e nel rispetto dell’ambiente può assumere il significato di trasmettere ai bambini e alle nuove generazioni l’amore per la natura, il rispetto per la terra e per i suoi prodotti, per i cibi semplici e sani, per i prodotti regionali. La cucina del territorio non è solo una moda ma è anche un evidente vantaggio per l’ambiente. Basti pensare al risparmio generale di risorse che si può ottenere utilizzando merci che non siano state trasportate in lungo e in largo per il nostro Paese, o addirittura per l’Europa o per il mondo. Il pasto dovrebbe essere un momento di gioia condivisa, di armonia, di riunione della famiglia, colloquio e scambio oltre che, scegliendo un’alimentazione corretta, rispetto per sé e per la propria salute. Il bambino che vede i genitori alimentarsi in modo frettoloso, distratto, poco attento alla qualità dei cibi, sarà in un primo tempo vittima della loro superficialità e poi, in età adulta, quasi sicuramente egli stesso riprodurrà le cattive abitudini apprese, con danni prevedibili per la propria salute e per i figli dei figli.
Dovere del Pediatra è educare le famiglie a un’alimentazione il più naturale possibile, tornando alle sane merende: il pane casereccio con l’olio extravergine, il pane con la marmellata, il miele, la frutta, i frullati, le spremute e le torte casalinghe. Dedichiamo dunque all’alimentazione uno spazio quotidiano e torniamo a consumare i piatti regionali anche “poveri”, i piatti legati alla stagione, le proteine dei dimenticati legumi e soprattutto i cibi biologici, privi di conservanti e additivi.


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