Olio di palma, facciamo chiarezza

Autore: Prof. Paolo Ranalli

 

Regolamento ed etichette alimentari

In passato, sulle etichette alimentari dell’Unione Europea, l’Olio di palma poteva essere citato con la dicitura “grassi vegetali” o “olio vegetale”. Dal dicembre del 2014, invece, nella lista degli ingredienti posta sul packaging alimentare dell’Unione Europea, non è più consentito utilizzare i termini e le diciture generiche (regolamento 1969/2011). I produttori alimentari sono pertanto tenuti ad elencare il tipo specifico di grasso vegetale utilizzato, tra cui anche l’Olio di palma. Gli oli e i grassi vegetali possono essere raggruppati nell’elenco degli ingredienti con termini “oli vegetali” o “grassi vegetali”, purché questi vengano opportunamente seguiti da una dicitura corretta e scritta per intero dell’ingrediente (ad esempio, “di palma”, “di girasole”, “di colza”) e dalla dicitura “in proporzione variabile”.

L’attuale campagna mediatica

È stata generata dal fatto che, fino a qualche mese fa, l’Olio di palma se ne stava nascosto in etichetta, coperto dalla vaga dicitura “oli vegetali”. Ora non più: sulla confezione di una nota crema spalmabile a base di cacao, ad esempio, sta scritto chiaro e tondo. I consumatori hanno scoperto, per esempio, che nei biscotti che consumavano ogni mattina c’era una buona parte di Olio di palma, olio di colza oppure olio di semi di girasole. Ci si è resi conto, insomma, della grande diffusione dell’Olio di palma in molti prodotti alimentari, probabilmente dovuta anche alla demonizzazione di altri grassi che sono saliti, via via, sul banco degli imputati: il burro, i grassi trans e infine l’olio di soia, malvisto perché OGM.
Ciò ha innescato, in buona parte inconsciamente, dubbi sui possibili effetti negativi dell’Olio di palma sulla salute dell’uomo. Tali dubbi sono stati alimentati anche da ragioni eco-ambientali, ovvero dalle possibili conseguenze negative che la coltivazione di palma da olio produce sull’ambiente naturale.

Effetti sulla salute

Sulla salute, è bene sottolinearlo, non ci sono evidenze scientifiche dirette circa la eventualità che l’Olio di palma possa essere dannoso per l’uomo, non più di un qualsiasi altro grasso con simile percentuale di grassi saturi e mono/polinsaturi, quali ad esempio il burro.
Tuttavia valgono i principi base dei nutrizionisti circa il consumo quotidiano di questa categoria di grassi (saturi) che devono comunque essere limitati nell’ambito di una corretta alimentazione, soprattutto nell’infanzia per prevenire Obesità e Cardiopatie.

Conseguenze sull’ambiente

La coltivazione di palme da olio sta avendo delle conseguenze negative sull’ambiente naturale, per diversi motivi: innanzitutto si tratta di un prodotto che viene ottenuto in località molto lontane da noi, con costi di trasporto che incidono anche in termini ambientali e utilizzo di risorse non rinnovabili; vanno poi considerate le deforestazioni in America del Sud e in Oceania per far posto a coltivazioni estensive di palme da olio che producono maggiori emissioni gassose ad effetto serra; infine, molte piantagioni di palme da olio sono state realizzate sulle torbiere dissestando il terreno che, non essendo più in grado di trattenere il carbonio e altri gas, favorisce l’ampliamento dell’effetto serra. Tali ragioni, però, non devono essere utilizzate in modo strumentale per demonizzare l’uso dell’Olio di palma.


« Pagina precedente 2/2 Pagina successiva