L’equilibrio si basa sull’interazione di tre diversi sistemi: visivo, vestibolare e propriocettivo, nonché sull’integrazione delle informazioni provenienti da tali sistemi a livello del cervello: un’asimmetria o il non corretto funzionamento di uno o più di questi sistemi dà come sintomo la vertigine che, in generale, interessa il 20-30% circa della popolazione. Nella maggior parte dei casi si riscontra una completa risoluzione dei sintomi, ma può capitare che persista un senso di instabilità residua, talvolta associata a manifestazioni collaterali quali nausea intensa, senso di testa vuota e oscillopsia (sensazione di costante movimento dell’ambiente circostante ai movimenti, anche minimi, del capo). Questa sintomatologia può essere trattata mediante la Rieducazione vestibolare: vediamo meglio di cosa si tratta.
Allenamento, costanza e controllo
La Rieducazione vestibolare consiste in una serie di esercizi utili all’allenamento dei vari sistemi coinvolti nel dare equilibrio e prevede l’utilizzo, combinato o meno, di tecniche strumentali e non strumentali con l’obiettivo di:
- controllare la postura e la marcia;
- controllare i movimenti oculari;
- agire sulle funzioni cognitivo-comportamentali per un corretto orientamento spazio-temporale;
- migliorare le risposte neurovegetative, in particolare nausea e vomito;
- apportare benefici alla condizione psicologica. I principi sui quali si basa questo percorso rieducativo sono:
- adattamento: prevede la ricalibrazione dei riflessi vestibolari, sfruttando un segnale di errore detto “retinal slip”;
- sostituzione: impiega strategie alternative per compensare le funzioni vestibolari deficitarie;
- abitudine: permette la riduzione della sintomatologia vertiginosa attraverso una riduzione dell’intensità della risposta, raggiunta mediante ripetizione degli esercizi scatenanti.
La prima valutazione del Medico
Lo Specialista Vestibologo seleziona i Pazienti attraverso l’Esame vestibolare condotto con l’aiuto di occhiali particolari, chiamati occhiali di Frenzel: questi occhiali agiscono riducendo la capacità visiva del Paziente e consentono al Medico di osservare la presenza e le caratteristiche del segno tipico delle patologie dell’equilibrio, ovvero il nistagmo, che è rappresentato da movimenti involontari degli occhi. Successivamente, se necessario, potranno essere eseguite prove termiche mediante l’irrigazione con acqua calda a 44° C continua e separata, dei due condotti uditivi esterni, ciascuno per 40 secondi, per provocare la vertigine ed evocare il nistagmo così da poter misurare singolarmente la funzione dei due labirinti e poi confrontarli tra loro.
Infine, per completare questa prima valutazione, ai candidati vengono proposti dei questionari per definire una stima del grado soggettivo di handicap, ansia e depressione.
A chi è rivolta
La Rieducazione vestibolare è indicata in caso di:
- lesioni vestibolari periferiche come deficit vestibolare mono o bilaterale, qualora il compenso naturale non sia sufficiente;
- lesioni centrali o miste;
- traumi cranici che spesso, a quello vestibolare periferico, associano un coinvolgimento cognitivo e vestibolare centrale;
- vertigini psicogene;
- anziani con instabilità anche in assenza di evidente deficit vestibolare e, in tal caso, l’obiettivo è soprattutto quello di ridurre il rischio di cadute;
- instabilità residua intervenuta dopo manovre liberatorie per Vertigine parossistica posizionale.