I vaccini nel primo anno di vita...
Rimane invece invariato il ciclo di base per la vaccinazione contro Difterite, Tetano, Pertosse, Poliomielite, Haemophilus influenzae ed Epatite B, che prevede l’impiego del vaccino combinato “esavalente”, e quella del vaccino anti-pneumococcico coniugato. La prima dose viene praticata all’inizio del 3° mese (cioè a partire dal 61° giorno di vita), la seconda al 5°, e la terza dose all’11° mese di vita.
Nei neonati da madre positiva al virus dell’Epatite B (virus HBsAg) la prima dose del vaccino anti-Epatite B deve essere somministrata immediatamente dopo la nascita, contemporaneamente alle immunoglobuline specifiche, e la seconda al compimento del primo mese; al terzo mese viene ripreso il normale calendario vaccinale.
Da ricordare l’importanza della vaccinazione antiinfluenzale, da effettuare a partire dai 6 mesi di vita nei bambini appartenenti a gruppi a rischio.
...e quali a partire dal secondo anno di età
Le vaccinazioni dell’infanzia proseguono nel corso del secondo anno, quando vengono completate le immunizzazioni intraprese nel primo anno, e viene introdotta la vaccinazione contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella al 13°-15° mese, somministrata mediante vaccino combinato quadrivalente MPRV (oppure tramite vaccino trivalente MPR più monovalente anti- Varicella).
Altra importante vaccinazione è quella contro il Meningococco C, raccomandata al 13°-15° mese di vita. Da considerare come possibile alternativa quella tetravalente A, C, Y, W135, che viene offerta gratuitamente a partire dai 24 mesi e fino all’età adolescenziale; in queste ultime fasce di età il vaccino tetravalente è da preferire rispetto al monovalente anti-Meningococco C. Per quanto riguarda gli adolescenti, ricordiamo l’estensione anche ai ragazzi maschi del vaccino contro il Papillomavirus (HPV), già previsto per le adolescenti, con l’obiettivo di controllare la diffusione del virus, oggi ritenuta la principale causa di Tumore alla cervice uterina.
Infine, sono da prendere in considerazione la vaccinazione anti-influenzale, che va ripetuta ogni anno all’inizio del periodo epidemico, e l’eventuale anti-Epatite A, per bambini a rischio.
Ingiustificato l’allarme Meningite
In tema di Meningite, può essere utile ricordare come il recente allarmismo legato a presunte epidemie appaia del tutto ingiustificato. I dati nazionali confermano infatti come l’andamento dei casi di Meningite sia sovrapponibile a quello degli anni scorsi, e solo in Toscana vi siano incertezze sul possibile incremento dei casi segnalati. Se da un lato il riscontro epidemio-logico deve fugare la “psicosi” della Meningite, che ha fatto impennare le richieste di vaccinazioni presso le Strutture sanitarie e allungato i tempi di attesa fino ad uno-due anni, d’altra parte rimane invariata l’opportunità delle strategie preventive vaccinali contro una malattia poco frequente, ma estremamente pericolosa.
Falsi miti sulle vaccinazioni
Sul versante opposto non va sottovalutata la diffusione dei movimenti anti-vaccini, che tendono ad amplificare ed estremizzare alcune problematiche, in particolare i rischi di effetti collaterali, fino ad enfatizzare i cosiddetti “falsi miti” sulle vaccinazioni. Tra questi ultimi ricordiamo, ad esempio, come sia infondato il supposto nesso tra vaccini ed Autismo (il Medico che l’aveva ipotizzato è stato sospeso dall’Ordine dei Medici inglese perché autore di una frode scientifica, e tutti gli studi eseguiti al riguardo hanno chiaramente dimostrato l’assenza di ogni relazione tra vaccinazioni e sviluppo di Autismo).
Un altro falso mito asserisce che le Malattie infettive sono state debellate dai miglioramenti della qualità della vita, e che la maggior parte delle malattie prevenibili con le vaccinazioni sono scomparse o quasi, pertanto le vaccinazioni sarebbero inutili. Per smentire tale falsa affermazione basta pensare ad esempio ai casi gravi o letali di Meningite, Poliomielite, Morbillo e Pertosse che ancora oggi vengono osservati nel mondo, ma anche nel nostro Paese (in Italia, ad esempio, nell’ultimo anno si è verificato il maggior numero di casi di Morbillo della regione Europea, e nei primi mesi del 2017 si contano già oltre 2500 segnalazioni). Altre preoccupazioni immotivate riguardano i presunti rischi della somministrazione dei vaccini combinati e la supposta incapacità del sistema immunitario del lattante, ritenuto ancora troppo “debole”, di rispondere adeguatamente allo stimolo vaccinico. Va sottolineato che, al contrario, la risposta immunitaria nei confronti dei vaccini è valida fin dai primi mesi di vita ma risulta compromessa dopo la malattia naturale, esempio da Morbillo, con conseguente aumento della mortalità globale da patologie infettive nei soggetti non vaccinati.