Negli ultimi anni la Neonatologia ha compiuto significativi passi avanti, sfruttando l’introduzione di importanti novità legate al miglioramento dei protocolli di prevenzione e screening di gravi patologie che possono mettere a rischio la vita del neonato. Naturalmente, però, esistono ancora diversi aspetti da migliorare, a cominciare dalla regionalizzazione delle cure sanitarie, che ha accentuato alcune disparità assistenziali inaccettabili dal punto di vista etico.
La presenza del Neonatologo
Al momento del parto, in qualsiasi Centro Nascita del nostro paese è oggi presente un Neonatologo o un Pediatra esperto di assistenza in sala parto e Rianimazione neonatale. Da anni, infatti, in Italia sono organizzati Corsi di aggiornamento di Rianimazione neonatale, a livello nazionale, regionale e locale, che seguono standard assistenziali d’avanguardia. Una mappa dei Centri Nascita italiani è tra l’altro reperibile sul sito della Società Italiana di Neonatologia.
Assistenza al parto
Nell’ambito dell’assistenza neonatale, viene riservata una particolare attenzione ai primi minuti dopo la nascita, sia dal punto di vista clinico che psicologico. È ormai prassi consolidata che al momento della nascita il neonato debba restare connesso alla placenta per almeno 1-2 minuti, ritardando quindi il taglio del cordone ombelicale, per permettere che una parte del sangue placentare passi al neonato. Questa pratica consente di evitare una possibile Anemia, oltre che un eccessivo sovraccarico della funzione cardiocircolatoria.
È anche molto importante, in questi primi minuti, favorire il contatto tra madre e neonato: si tratta del momento cruciale, il cosiddetto “bonding” (letteralmente “legame”), che segnerà in modo importante il futuro della diade madre-neonato. Solo in caso di grave patologia neonatale questa pratica non è consigliata, ma questi eventi sono relativamente rari e non devono costituire un alibi per non applicare tali procedure nelle situazioni in cui il neonato è sano.
Controlli clinici più accurati
Facilitare il legame non deve tuttavia distrarre gli operatori dal fatto che il neonato affronta nei primi minuti e nelle prime ore di vita una serie di cambiamenti fisiologici che ne possono mettere a rischio l’incolumità. Può infatti capitare, seppur molto raramente, quello che è stato definito “Sudden Unexpected Perinatal Collapse” , ovvero un collasso improvviso e inaspettato. I protocolli di prevenzione del “Sudden Unexpected Perinatal Collapse”, in ogni caso, sono disponibili sul sito della SIN (Società Italiana di Neonatologia).