Deficit uditivi, fondamentale l’intervento precoce

Autore: Dott. Domenico CudaDott. Antonio R. De CariaDott. ssa Matilde Monici

Ipoacusia come causa di altri disturbi

Più recentemente è stato anche dimostrato che la presenza di Ipoacusia neurosensoriale bilaterale nell’anziano è da sola responsabile di un aumento di Atrofia cerebrale complessiva che interessa non solo le aree uditive ma anche e soprattutto le aree di integrazione sensoriale e di memoria, note per essere le prime ad essere coinvolte nelle prime fasi della Demenza di Alzheimer.
Un’ampia ricerca ha evidenziato come, rispetto ad un gruppo di controllo di normoudenti, le persone affette da Sordità di grado lieve, medio e grave, se non prontamente corretta, abbiano rispettivamente una possibilità di 2, 3 o 5 volte maggiore di sviluppare Deficit cognitivi.

Il Deficit uditivo nella persona anziana

Se la perdita o la grave menomazione dell’udito è un evento per vari aspetti traumatizzante nella vita di un individuo, assume connotati ancora più drammatici quando colpisce la persona anziana. In questa fase della vita la menomazione sensoriale si accompagna, quasi costantemente, a mutamenti involutivi delle funzioni cerebrali che inducono o aggravano disturbi psichici e favoriscono atteggiamenti depressivi e rinunciatari. L’insieme dei disturbi della funzione uditiva che accompagnano il processo di invecchiamento viene definito come Presbiacusia, ossia la riduzione della capacità uditiva che subentra con l’età per i fenomeni di senescenza fisiologica.
Le caratteristiche implicate in modo differente da persona a persona nella determinazione della malattia interagiscono con quelle psicologiche e sociali nell’indurre gli effetti della perdita uditiva, provocando un impatto variabile sull’anziano non misurabile a priori in base alla stima della sola perdita uditiva.
Si può quindi dire che la Presbiacusia provoca effetti che investono la sfera psicologica, sociale e cognitiva, influenzando direttamente le normali attività quotidiane, con un’alterazione del benessere psicofisico e condizioni generali di salute più scadenti, minori capacità motorie, minori attitudini a trascorrere periodi della giornata fuori dalla propria abitazione e notevole riduzione dei contatti e dei rapporti interpersonali. Risulta pertanto fondamentale effettuare una corretta diagnosi audiologica (valutazione del grado di Ipoacusia, tipo, sede e capacità di recupero) in modo da poter fornire al Paziente tutte le possibilità di integrazione e sviluppo delle potenzialità. La precocità e la correttezza dell’intervento riabilitativo sono determinanti; il tipo d’intervento prescelto e l’insieme delle strategie di amplificazione acustica adottate condizionano in modo preminente la qualità di vita del soggetto.

La Sordità nel bambino

Se nell’adulto e nell’anziano i Deficit uditivi si ripercuotono sulla vita di relazione, la Sordità nel bambino, di qualunque natura o entità, è un problema estremamente complesso che richiede una prevenzione primaria efficace, una diagnosi precoce e, qualora necessari, un’immediata protesizzazione e un attento iter riabilitativo.
Grazie all’avvento degli Screening neonatali, ormai diffusi in tutto il territorio nazionale, il riconoscimento di un Deficit uditivo nel neonato avviene generalmente entro i primi tre mesi di vita. Questo consente di intervenire tempestivamente al fine di fornire tutte le strategie terapeutico-riabilitative atte a far acquisire al piccolo Paziente ipoacusico le competenze linguistiche simili a quelle dei bambini di pari età normoudenti.
La classificazione che più trova concordi la maggior parte degli studiosi, suddivide le cause di Sordità infantile in due grandi gruppi: ereditarie ed acquisite, e queste ultime in prenatali, perinatali e postnatali (ciascuna con cause di insorgenza differenti).
In Italia l’uno per mille dei bambini, con prevalenza del sesso maschile, è portatore di Deficit uditivo: questo dato è molto vicino a quello dell’incidenza della Sordità infantile nella Comunità Europea.
Il trattamento appropriato dei Pazienti con Deficit uditivo consiste nella diagnosi precoce, nella valutazione delle capacità di sviluppo, nella dotazione di dispositivi adeguati al tipo di deficit (apparecchi acustici o impianto cocleare) ed infine in un follow-up teso ad assicurare che le protesi utilizzate funzionino adeguatamente, che siano le più adatte e che vengano usate con costanza.

Intervento tempestivo nel bambino e nell’adulto

Nel bambino, la mancanza di input udivo ha ripercussioni molto gravi sulla acquisizione del linguaggio, sullo sviluppo intellettivo, sul controllo espressivo, sulla vita di relazione e sullo sviluppo delle diverse potenzialità sociali ed economiche.
È imperativo fornire al piccolo Paziente l’informazione sonora più ampia possibile, al fine di sfruttare le possibilità plastiche delle strutture cerebrali per apprendere e mantenere il linguaggio verbale.
Nell’adulto la correzione del Deficit uditivo (con apparecchi acustici, dispositivi ancorati all’osso - BAHA, impianto cocleare) ha l’obiettivo di recuperare in modo più o meno completo una capacità che il soggetto in passato ha posseduto e che si è deteriorata a causa di processi morbosi di diversa natura. Il soggetto sordo, tolto dal silenzio il più delle volte angosciante che lo ha indotto all’isolamento, riacquista sicurezza, fiducia in se stesso, maggiore autonomia e ritrova la forza e il desiderio di comunicare e di sentirsi parte integrante della società.


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