Gli esami da fare
Gli esami strumentali sono solitamente impiegati per una conferma diagnostica ed includono principalmente l’Ecografia e la Risonanza Magnetica per lo studio del tendine. Le radiografie tradizionali permettono invece di valutare alterazioni nel profilo posteriore del calcagno che si possono associare a Tendinopatia inserzionale. L’Ecografia rappresenta sicuramente l’indagine meno costosa e più accessibile.
La Risonanza Magnetica invece sembra essere più efficace dell’Ecografia per quanto riguarda la diagnosi di lesioni parziali del tendine. La differenza principale tra le due metodiche consiste nel fatto che l’Ecografia permette di eseguire un esame dinamico in flessione ed estensione.
Le terapie
L’approccio terapeutico di scelta nel Paziente con Tendinopatia non inserzionale è il trattamento conservativo.
Al contrario, la Chirurgia deve essere indicata in caso di suo fallimento. Il trattamento conservativo include diversi approcci, ciascuno dei quali con differenti evidenze di efficacia.
Gli Esercizi eccentrici sono il trattamento di scelta, in quanto hanno dimostrato di avere la maggiore efficacia, con ritorno del Paziente alle normali attività dopo 3 mesi in circa il 70% dei casi. Sebbene le basi biologiche di questi risultati non siano ancora note, tali esercizi permettono di ridurre lo spessore e ripristinare la normale architettura del tendine, oltre a ridurre notevolmente la neovascolarizzazione. È importante evidenziare che tale Fisioterapia richiede, per il suo successo, un Paziente motivato, in quanto gli esercizi devono essere eseguiti 7 giorni a settimana per 3 mesi. Inoltre il successo è correlato ad una stretta aderenza al protocollo fisioterapico.
Trattamenti conservativi di seconda linea possono variare secondo le risorse disponibili. La Terapia con onde d’urto ad esempio ha dimostrato di avere risultati similari a quelli ottenuti con gli Esercizi eccentrici, con recupero completo o marcato miglioramento in circa il 60% dei casi. Le onde d’urto sono onde di tipo meccanico che producono effetti sia sui recettori del dolore sia sul processo di guarigione dei tessuti molli. Sebbene rappresentino una terapia efficace, le onde d’urto sono solitamente utilizzate come seconda linea, in considerazione dell’efficacia e dei bassi costi degli esercizi eccentrici. Esse devono essere considerate come terapia addizionale nei casi di Tendinopatia cronica, prima di considerare un trattamento chirurgico. Studi hanno dimostrato infatti che l’associazione di Esercizi eccentrici ed onde d’urto ha una maggiore efficacia rispetto ai singoli trattamenti.
Diverse Terapie infiltrative sono state invece proposte per il trattamento conservativo della Tendinopatia non inserzionale. Tra queste, risultati incoraggianti sono stati ottenuti con iniezione di sostanze sclerosanti e di enzimi proteolitici. Al contrario, non sono disponibili evidenze scientifiche in favore delle iniezioni di corticosteroidi, associate inoltre ad un rischio aumentato di rottura del tendine.