Farmaci e altri fattori di rischio
Altri fattori di rischio per caduta e, di conseguenza, per frattura, sono: assunzione di farmaci contro l’Ipertensione o di calmanti, problemi alla vista, presenza di gradini nell’ambiente domestico, tappeti, animali domestici, piccoli oggetti in casa in cui si può inciampare. Appare evidente come molti dei fattori di rischio per Osteoporosi e cadute siano correggibili, e un programma di prevenzione completo deve includere anche interventi mirati a rendere sicuro l’ambiente domestico e ad eliminare o correggere abitudini di vita o terapie farmacologiche che possano minare la salute delle ossa.
Informazione e prevenzione
L’alimentazione va resa il più possibile completa ed equilibrata e, anche in casi di Osteopenia, è fondamentale reintegrare il calcio e, soprattutto, la vitamina D. La correzione dell’Ipovitaminosi (anche mediante una “terapia d’urto” iniziale a dosi elevate) e la prescrizione di attività fisica o fisioterapica regolare e adeguata al Paziente possono migliorare la deambulazione e rinforzare i muscoli. Ogni giorno dovrebbero essere assunti almeno 1 grammo di calcio e 800 Unità Internazionali di vitamina D.
Purtroppo, ancora oggi, queste misure preventive spesso non vengono messe in atto e al Paziente non vengono fornite indicazioni per preservare la salute delle ossa.
L’Ortopedico dovrebbe, in base alla storia clinica del Paziente, riconoscere una frattura da fragilità e iniziare un percorso diagnostico appropriato, che porti alla creazione di un programma terapeutico basato sull’utilizzo di farmaci e supplementi di calcio e vitamina D, ma anche sulla correzione dei fattori di rischio modificabili. Nel caso in cui la struttura, in cui il Paziente viene visitato o sottoposto ad intervento chirurgico, non consenta le opportune indagini diagnostiche, l’Ortopedico ha il dovere e l’occasione importantissima di suggerire che la frattura trattata potrebbe essere dovuta ad una condizione di Osteoporosi.
Fondamentale è anche spiegare che l’Osteoporosi è una malattia, e non una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento e, come tale, può essere curata e se ne può arrestare o rallentare l’evoluzione, per migliorare la qualità di vita e scongiurare il rischio di nuove fratture. È inoltre doveroso dare indicazioni per una corretta prevenzione. La prevenzione può essere primaria (prevenzione dell’Osteoporosi), secondaria (prevenzione delle fratture in soggetti osteoporotici) o terziaria (prevenzione delle fratture successive in individui affetti da Osteoporosi severa, ovvero Osteoporosi con storia di fratture da fragilità). La prevenzione primaria inizia già in età infantile, poiché un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica regolare consentono l’acquisizione di un buon picco di massa ossea, definito come la massima densità minerale dell’osso, che si raggiunge intorno ai 30 anni di età. La prevenzione secondaria e quella terziaria si avvalgono delle valutazioni cliniche e diagnostiche e delle misure terapeutiche già descritte, tenendo conto anche che condizioni di infiammazione cronica, favorite da patologie come il Diabete o da un accumulo del grasso addominale e viscerale, possono peggiorare ulteriormente la qualità dell’osso e influire negativamente sui processi di guarigione.
Un numero sempre maggiore di Ortopedici, in Italia e nel mondo, sta partecipando a progetti educazionali e alla creazione di Unità Polispecialistiche per la gestione ottimale dei soggetti con Osteoporosi e fratture da fragilità. Pertanto sarà sempre meno frequente e meno giustificabile limitarsi al solo trattamento chirurgico o conservativo delle fratture nell’anziano, e aumenteranno gli Specialisti in grado di adottare un approccio completo, che consideri, indipendentemente dall’età, il Paziente nella sua globalità e non solo in funzione dell’evento traumatico acuto.