Autore: Prof. Umberto Tarantino

 

 

La diagnosi

L’Ortopedico è frequentemente il primo e l’unico Specialista che si trova a trattare una frattura da fragilità. Egli ha, quindi, l’opportunità unica di identificare una condizione di scarsa qualità dell’osso, adottando un iter diagnostico e terapeutico appropriato o, almeno, suggerendo al Paziente di rivolgersi ad un centro specializzato, poiché potrebbe essere affetto da Osteoporosi.
La diagnosi strumentale si avvale dell’uso della MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Le metodiche più utilizzate e riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono la DXA (Dual- Energy-X-Ray-Absorptiometry) più indicata a livello della colonna lombare e del femore prossimale, e la QUS (Quantitative Ultra Sound, dispositivo che sfrutta gli ultrasuoni) del calcagno o delle falangi delle dita della mano.
L’OMS ha stabilito dei valori per distinguere, in base al confronto della densità minerale dell’osso esaminato con quella della popolazione giovane sana, un osso osteoporotico da un osso normale. La condizione intermedia è definita Osteopenia. La diagnosi non può basarsi solo sui valori misurati mediante le metodiche descritte, anche perché i valori ottenuti possono essere falsati dalla presenza di Artrosi, calcificazioni, grasso sottocutaneo.
Pertanto è fondamentale conoscere la storia clinica del Paziente. In presenza di fattori di rischio o di fratture da traumi banali, è utile ricercare la presenza di fratture vertebrali mediante una radiografia della colonna vertebrale e una eventuale morfometria, che consiste nella misurazione delle altezze posteriore, media e anteriore dei corpi delle vertebre, per identificare eventuali fratture. Infatti, se l’osso è fragile, anche solo con il peso del corpo le vertebre possono deformarsi ed assumere l’aspetto di un cuneo, di una lente biconcava, oppure appiattirsi.

Verificare lo stato metabolico dell’osso

Possono essere indicati anche degli esami del sangue, che consentono di avere informazioni sullo stato metabolico dell’osso e di valutare, ad esempio, i livelli ematici di calcio e vitamina D. Soprattutto nelle persone più anziane, infatti, è molto frequente riscontrare un’Ipocalcemia. Ciò è legato il più delle volte a un’alimentazione povera di latte e derivati, per problemi di Ipercolesterolemia. Ancora più grave e frequente è la carenza di vitamina D, conseguente a una dieta poco varia e alla scarsa esposizione al sole. Il deficit di vitamina D riduce la funzione muscolare e l’equilibrio, aumentando il rischio di cadute.