Nevralgia del trigemino, prevenire gli attacchi

Autore: Dott. Pietro CortelliDott.ssa Valentina FavoniDott.ssa Giulia Pierangeli

 

La causa

La Nevralgia trigeminale è il risultato di un danno della guaina mielinica del nervo. In 9 casi su 10 questo avviene a causa della pressione esercitata da un vaso sanguigno sul nervo trigemino. Il conflitto neuro-vascolare è dovuto più frequentemente a rami dell´arteria cerebellare superiore. Il nervo trigemino diventa “ipereccitato” e invia segnali di dolore inappropriati in risposta a stimoli altrimenti innocui.
Più raramente il danno è il risultato di altre condizioni cliniche, tra cui la Sclerosi Multipla o un tumore relativo a una particolare zona del cervello.  

Dalla diagnosi alla terapia

La diagnosi di Nevralgia Trigeminale è puramente clinica, pertanto è fondamentale la raccolta della storia clinica e dei sintomi. Le caratteristiche cliniche rendono questa forma facilmente riconoscibile per il Neurologo. La tipica descrizione del Paziente è di fitte dolorose, tipo scossa elettrica, improvvise, che lo bloccano per alcuni istanti.
È opportuno che tutti i Pazienti si sottopongano ad un esame di Risonanza Magnetica dell’encefalo per determinarne la causa, quando possibile.
Data la brevità degli attacchi, durante la crisi si può fare ben poco.
I comuni farmaci antiinfiammatori sono quindi inutili. Il trattamento medico è pertanto finalizzato alla prevenzione degli attacchi. Vengono utilizzati farmaci neuromodulatori, volti a ridurre l’iperattività del nervo trigemino,“silenziandolo”.
Il trattamento di prima scelta, e più efficace, è la carbamazepina, farmaco usato anche per curare l’Epilessia; va assunto in maniera regolare (tutti i giorni), iniziando con basse dosi. Permette di ottenere un iniziale completo beneficio sui sintomi nel 70% dei soggetti. Quando il Paziente è libero da attacchi per 4-6 settimane, il farmaco viene gradualmente ridotto. Nel momento in cui il dolore si ripresenta il farmaco viene ripreso, talvolta con necessità di aumentarne le dosi. Tuttavia la carbamazepina può non essere tollerata a causa di effetti collaterali quali sonnolenza, nausea, stanchezza, vertigini e molto raramente possono insorgere seri problemi ematologici o epatici. Una valida alternativa è l’uso di oxcarbazepina, un farmaco derivato dalla carbamazepina ma gravato da minori effetti collaterali, oppure di baclofen, farmaco miorilassante. In caso di inefficacia è possibile usare altri neuromodulatori quali la lamotrigina, gabapentin o pregabalin. Tuttavia, dopo alcuni anni di terapia, un elevato numero di Pazienti diventa resistente alle terapie farmacologiche.