Autore: Dott. Massimo Grimaldi

Una regolare attività fisica può prevenire molte alterazioni del ritmo cardiaco

Come tutti sanno, il cuore è l’instancabile motore del nostro organismo, davvero instancabile visto che nel corso della vita si contrae circa 3 miliardi volte! Ogni contrazione spinge circa 70 cc di sangue nel nostro organismo, permettendo così una corretta irrorazione di tutti gli organi. Una complessa attività elettrica ccordina le contrazioni del nostro cuore.

Se la frequenza è ridotta

L’impulso elettrico è regolato dal “Nodo del seno” localizzato nella parte alta dell’atrio destro; una ridotta funzione di questo sistema, deputato alla genesi degli impulsi elettrici, determina una riduzione della frequenza cardiaca al di sotto di 60 battiti al minuto che viene definita Bradicardia sinusale. Situazioni patologiche che provocano questa condizione sono l’Ipotiroidismo, il Malassorbimento (come nel caso della Celiachia), la Fibrosi cardiaca, ecc. La Bradicardia sinusale, tuttavia, molto spesso non è associata ad una patologia, potendosi verificare anche in soggetti che praticano sport o che si sottopongono a diete eccessive. Il battito cardiaco può rallentare anche per l’uso di alcuni farmaci (beta-bloccanti, calcio-antagonisti, antiaritmici, ecc.).
Il numero di battiti cardiaci può ridursi, inoltre, a causa di una mancata trasmissione degli impulsi elettrici dagli atri ai ventricoli. Quando non tutti gli impulsi elettrici atriali raggiungono i ventricoli si parla di “blocco atrio-ventricolare di secondo grado”. Quando nessun impulso raggiunge i ventricoli si parla di “blocco atrioventricolare di terzo grado o completo”. Il blocco atrio-ventricolare di primo grado identifica invece un semplice rallentamento e non un blocco della conduzione degli impulsi.

Quando serve il pace-maker

La Bradicardia sinusale o il blocco atrio-ventricolare di secondo e terzo grado possono provocare sintomi quale una marcata stanchezza, episodi di perdita transitoria della coscienza o svenimento. Qualora si verifichino tali sintomi, è indicato l’impianto di un pace-maker che vicaria la ridotta funzione elettrica del cuore sia in termini di formazione che di conduzione degli impulsi. Il pacemaker è un generatore di impulsi elettrici che si collega al cuore tramite uno, due o tre elettrocateteri. Ogni elettrocatetere è in grado di sentire e/o di stimolare la camera in cui è posizionato. Recentemente è entrato nell’uso clinico un nuovo tipo di pace-maker privo di elettrodi, che si impianta direttamente nel ventricolo destro. Questo nuovo stimolatore cardiaco, di dimensioni estremamente ridotte, si introduce attraverso la vena femorale e raggiunge il ventricolo destro grazie ad un sistema di rilascio dedicato. Il fissaggio avviene grazie ad una vite che penetra nel tessuto cardiaco.
Il Cardiologo, in relazione al Paziente ed alla sua patologia, decide quale sia il sistema di stimolazione più indicato.

Se la frequenza è aumentata

Quando al contrario si riscontra un aumentato numero di battiti cardiaci siamo nell’ambito delle cosiddette Tachiaritmie, ciò avviene quando il sistema elettrico del nostro cuore genera un numero eccessivo di impulsi elettrici per proprie patologie o in quanto vittima di altri sistemi mal funzionanti. La Tachicardia sinusale, ad esempio, è quasi sempre causata da fattori extracardiaci. Essa è caratterizzata da impulsi elettrici che originano e seguono un percorso normale ma che superano la frequenza di 100 al minuto. Fattori fisiologici che possono determinare una frequenza superiore ai 100 battiti al minuto sono lo sforzo fisico, la digestione o un’emozione. Patologie extracardiache che causano questa condizione sono la febbre, l’Ipertiroidismo, l’ansia, l’attacco di panico, l’Anemia grave. Altri fattori che possono determinare un aumento della frequenza cardiaca sono il tabagismo, l’eccessiva assunzione di caffè, the o alcuni farmaci broncodilatatori.


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