Tumore del pancreas, la diagnosi è spesso tardiva

Autore: Dott. Raffaele Manta

Strumenti per la diagnosi precoce

Negli ultimi anni sono allo studio delle metodiche per la diagnosi precoce e non invasiva attraverso un prelievo di sangue che consente di identificare frazioni circolanti di DNA (micro RNA) e proteine prodotte dalle cellule tumorali e circolanti nel sangue del malato, già negli stadi iniziale di malattia. Questi test sono ancora estremamente costosi e poco diffusi nella pratica clinica, ma in un prossimo futuro potranno essere applicati su larga scala non solo nei soggetti a rischio, permettendo finalmente di raggiungere l’obiettivo fondamentale della diagnosi precoce in tutti i malati.

Il percorso di cura

Una volta ottenuta la diagnosi è fondamentale stabilire un percorso di trattamento in centri di riferimento che seguono un alto volume di malati, garan-l’accesso a cure e protocolli aggiornati e si avvalgono di team multidisciplinari specialistici (Chirurgo, Oncologo, Gastroenterologo, Radioterapista, Nutrizionista). L’aggressività biologica della malattia necessita infatti di trattamenti multimodali, poiché anche gli stadi iniziali e operabili sono caratterizzati da un altissimo tasso di recidiva post-chirurgica (fino al 70-80% entro i 5 anni) in assenza di un adeguato trattamento neoadiuvante chemioterapico.
Nei casi diagnosticati in fase già avanzata purtroppo i pochi schemi di trattamento approvati disponibili mostrano una scarsissima efficacia a causa dell’elevata resistenza delle cellule e della scarsa penetranza dei chemioterapici a livello del tumore e un’alta tossicità. In questi casi tuttavia, negli ultimissimi anni, il crescente utilizzo dell’Ecoendoscopia permette di effettuare trattamenti locoregionali mirati direttamente sul tumore; è il caso della Radiofrequenza (terapia termica) che rappresenta un trattamento ablativo, basato sulla differenza di potenziale tra due elettrodi, che genera tensione elettrica e, di conseguenza, calore localizzato che permette di uccidere le cellule neoplastiche. Un’altra applicazione futura è rappresentata dall’iniezione, ecoendoguidata, di agenti chimici (chemioterapici) direttamente nella lesione in modo tale da aumentare la risposta immunitaria agli antigeni tumorali ma questo ambito, seppur se ne parli da circa 20 anni e sia tuttora oggetto di studi, non ha mai dato i risultati sperati. Applicazione attuale e moderna è l’utilizzo dell’Ecoendoscopia per il controllo del dolore addominale, acuto e cronico, legato all’infiltrazione del ganglio celiaco da parte della neoplasia pancreatica; l’iniezione loco-regionale di alcool e di un farmaco anestetico come la bupivacaina, consente, di fatto, di eseguire e ottenere un “blocco anestesiologico” del suddetto plesso celiaco, ottenendo sollievo dal dolore cha deteriora fortemente la qualità della vita del Paziente.
Grazie alle possibilità offerte da queste tecniche, combinate ai trattamenti oncologici standard e ad un adeguato sostegno nutrizionale del Paziente, anche nei casi di neoplasia avanzata è dunque possibile ottenere una sopravvivenza maggiore e mantenere un livello accettabile di qualità della vita.


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