Fragilità ossea, quale approccio?

Autore: Prof. Umberto TarantinoDott.ssa Ida Cariati

Osteoporosi e prevenzione 

La prevenzione è fondamentale e deve iniziare in  giovane età poiché è proprio in questa fase della vita  che si raggiunge il picco di massa ossea adeguato da  cui dipenderà la futura robustezza dello scheletro.  Dunque, prevenire l’Osteoporosi si può e si deve,  anche perché le terapie attualmente disponibili non  permettono di guarire dalla malattia una volta che si  è instaurata, ma solo di rallentarne la progressione.  Le buone pratiche di prevenzione si basano su alcuni  punti cardine, tutti legati allo stile di vita: seguire  una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina  D, praticare regolarmente attività fisica, mantenere  un peso forma adeguato, evitare un consumo eccessivo di alcol, non fumare. Prevenire  la recidiva di fratture successive è importante non  solo per il Paziente ma anche per il Servizio Sanitario  Nazionale, in quanto garantirebbe una riduzione dei  costi associati, soprattutto se la frattura viene trattata  tempestivamente. 

Un approccio multidisciplinare 

Per garantire un’adeguata prevenzione e un trattamento  ottimale dell’Osteoporosi e delle possibili  fratture è necessario adottare un approccio terapeutico  interdisciplinare, basato sullo sviluppo di modelli  all’avanguardia che mirino a ridurre il nuovo rischio  di frattura in un Paziente che ne ha già subita una.  I “Fracture Liaison Service” (FLS) rappresentano  un modello esemplare di cura post-frattura in quanto  prevedono un approccio multidisciplinare nei confronti  del Paziente fragile, il quale viene seguito in un  percorso che vede la collaborazione di più Specialisti.  Lavorando in team infatti, al verificarsi di una prima  frattura, è possibile intervenire non solo della cura  immediata ma anche nell’affiancamento del Paziente  fino alla riabilitazione e alla prevenzione di nuove  fratture, attraverso approcci terapeutici e variazioni  dello stile di vita. Le Linee Guida sulla “Diagnosi,  stratificazione del rischio e continuità assistenziale  delle Fratture da Fragilità”, frutto della collaborazione  tra le principali Società Scientifiche, Enti  Clinici e Istituto Superiore di Sanità, confermano l’importanza  di ottimizzare la gestione dei Pazienti fragili  ad ogni livello di assistenza mediante approcci integrati  e multidisciplinari. Attraverso questo servizio,  dunque, il Paziente fratturato può essere rapidamente  avviato a efficaci programmi di prevenzione secondaria  di ulteriori fratture. È stato documentato che,  laddove queste strutture sono state create, sostenute e  adeguatamente implementate, si sono dimostrate economicamente  vantaggiose, con una riduzione media  del 20% del gap terapeutico, un aumento del 20%  dell’aderenza al trattamento anti-osteoporotico e una  riduzione del 5% del tasso di rifrattura e mortalità. 


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