Tachicardia e Aritmie, dalle cause alla terapia

Autore: Prof. Michele M. GuliziaDott. Raimondo CalvaneseProf. Sandro GelsominoDott. Carlo PignalberiDott. Domenico Gabrielli

L’Elettrocardiogramma 

Lo strumento per eccellenza per la diagnosi delle  aritmie è costituito dall’Elettrocardiogramma (ECG),  che consente la registrazione dell’attività elettrica  cardiaca.  L’ECG è uno strumento a basso costo, non invasivo,  facilmente disponibile ma allo stesso tempo molto  utile per il corretto inquadramento della nostra Aritmia.  Nonostante sia uno strumento economico ci fornisce  una quantità di informazioni molto preziose per  una valutazione iniziale del nostro Paziente. Infatti  l’ECG, eseguito in condizioni basali, potrà evidenziare  la presenza di alterazioni elettriche suggestive di anomalie  strutturali cardiache: in presenza, per esempio,  di una Cardiopatia ischemica l’ECG potrà evidenziare  la presenza di “onde q di necrosi” suggestive della  presenza di una cicatrice sul muscolo cardiaco causata da un pregresso Infarto miocardico e suggerirà  quindi l’esecuzione di una diagnostica per immagini  più specifica per definire meglio la presenza di anomalie  strutturali (ad es. un Ecocardiogramma o una  Risonanza magnetica cardiaca) che possono essere  correlate ad un rischio aritmico.  L’ECG oltre a fotografare, attraverso la registrazione  elettrica, il quadro di salute del nostro cuore, è anche  uno strumento indispensabile per documentare la  presenza dell’Aritmia. 

I sistemi di monitoraggio ECG  e il loop recorder 

Nel caso in cui l’Aritmia non sia sempre presente è  necessario adoperare dei sistemi di registrazione ECG  di lunga durata per aumentare la probabilità di registrare  un episodio di Aritmia e completare quindi la  nostra diagnosi.  Oggi disponiamo di diversi sistemi di registrazione  ECG a seconda delle nostre esigenze. Ovviamente è  necessario utilizzare il sistema più adeguato in base  alla frequenza dei sintomi del nostro Paziente: se  il Paziente riferisce sintomi quotidianamente, una  registrazione ECG-Holter di 24 ore sarà quasi certamente  sufficiente a documentare la nostra Aritmia.  Nel caso invece di un’Aritmia che si presenti raramente  (ad esempio un episodio ogni 6 mesi), la probabilità  che una registrazione ECG-Holter delle 24 ore possa  documentare un episodio aritmico sarà pressoché  nulla e sarà quindi più utile avvalersi di una registrazione  ECG di lunga durata. 
• In caso di sintomi meno frequenti, ad esempio  episodi di cardiopalmo con frequenza settimanale  sarà opportuno utilizzare un monitoraggio ECGHolter  con durata di 7-10 giorni
• In caso di sintomi molto rari (ogni 2-3 mesi ad esempio)  sarà necessario utilizzare strumenti di registrazione  di lunga durata. In questi casi è indicato utilizzare  un Loop Recorder, un dispositivo elettronico  di piccole dimensioni, che si impianta nel tessuto  sottocutaneo (quindi non visibile esternamente),  con una lunghezza pari al tappo di una penna ma  di minore spessore. Il dispositivo viene impiantato  nella regione parasternale sinistra attraverso una  semplice iniezione effettuata in anestesia locale e  senza bisogno di ricovero. Il loop recorder ha una  batteria con una durata superiore ai tre anni per cui  sarà molto più probabile che in un arco temporale  così lungo si riesca a registrare un episodio aritmico  e quindi a concludere la nostra diagnosi. 
Registratore di Eventi: è un dispositivo in grado  di registrare un Elettrocardiogramma che si effettua  mediante l’applicazione di elettrodi adesivi sula  superfice toracica ed è basato sugli eventi: l’ECG  viene monitorato continuamente per un mese, ma  registrato solo per un tempo predeterminato (solitamente  pochi minuti) subito prima e dopo che il  soggetto avvii il monitor o che il dispositivo rilevi  un ritmo cardiaco anomalo. 
Smartphone con applicazione per la registrazione  della frequenza: negli utili anni è  aumentata la diffusione degli smartphone e degli  smartwatch che consentono la registrazione della  frequenza cardiaca ed in alcuni casi anche di un  ECG a singola derivazione. Il punto di maggiore  forza di tale tecnologia è la loro versatilità dato  che li indossiamo praticamente sempre e rendono  molto semplice la registrazione di un episodio. 
• Un ulteriore strumento diagnostico nell’armamentario  dell’Aritmologo è costituito dallo studio  elettrofisiologico: è una metodica invasiva che  consente di registrare l’attività elettrica cardiaca  tramite dei cateteri che sono introdotti nel cuore  per mezzo di una puntura di una vena (in genere la  vena femorale); oltre a registrare l’attività elettrica  cardiaca è possibile anche provocare una stimolazione  elettrica del cuore al fine di indurre gran  parte delle Aritmie sia sopraventricolari (che originano  negli atri) che ventricolari (che originano nei  ventricoli) consentendone una corretta diagnosi e  l’indicazione a un trattamento elettivo (ablazione). 

La Risonanza magnetica cardiaca 

Nell’armamentario diagnostico dell’Aritmologo rientra  di diritto anche la Risonanza Magnetica cardiaca  che consente di caratterizzare in dettaglio il tessuto  muscolare cardiaco e di individuare la presenza di  alterazioni del muscolo cardiaco che possano essere  associate ad un aumentato rischio di Aritmie. 


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