Intestino infiammato, dalla diagnosi alle cure

Autore: Dott. Francesco Neri Bortoluzzi

Legate ad un alterato funzionamento del sistema immunitario, le Malattie Croniche Infiammatorie dell’Intestino determinano un’infiammazione che colpisce l’apparato digerente 

Le Malattie Croniche Infiammatorie dell’Intestino (MICI) comprendono la Malattia di Crohn e la Colite ulcerosa. Sono due patologie per così dire “cugine”, con caratteristiche comuni ma anche differenze significative; colpiscono in ugual frequenza entrambi i sessi e sono per lo più diagnosticate in età giovanile, tra i 15 e i 30 anni, con un secondo picco di insorgenza in età anziana, oltre i 65 anni.
Si stima che in Italia vi siano quasi 200.000 persone con queste malattie, con una discreta prevalenza della Rettocolite ulcerosa, che interessa più o meno i due terzi dei Pazienti.

La causa non è certa

In comune hanno la cronicità, in qualche modo diretta conseguenza dell’assenza di una causa certa di malattia: sappiamo infatti che sono legate ad un alterato funzionamento del nostro sistema immunitario che, per motivi non noti, agisce contro il nostro apparato digerente, sviluppando così un’infiammazione cronica che progressivamente può danneggiare il funzionamento del nostro organo digestivo. Quello che non sappiamo è perché si attivi questa cascata di eventi. Si sono ipotizzate cause infettive o ambientali, in persone geneticamente predisposte, ma a tutt’oggi non abbiamo una causa certa per queste malattie. Per tale motivo possiamo curarle, anche bene, con farmaci che tengono sotto controllo l’infiammazione; non possiamo però guarire le persone che le sviluppano.

Alcuni fattori di rischio

È noto che queste malattie presentano una certa familiarità, ovvero la tendenza ad un maggior rischio nei parenti delle persone affette, ma non sono malattie ereditarie; sono stati peraltro individuati alcuni geni (il più famoso si chiama NOD2) possibilmente correlati a queste patologie (nello specifico con la Malattia di Crohn).
È altresì noto come alcuni fattori ambientali possano avere effetti del tutto opposti: ad esempio il fumo, assolutamente dannoso per la Malattia di Crohn, sembra avere un ruolo quasi benefico sulla Rettocolite ulcerosa, il che non vuol peraltro dire che lo si debba raccomandare, date le conseguenze tutt’altro che gradevoli a carico di molti altri organi ed apparati...
Per le infezioni, come possibile “innesco” di malattia, nel corso degli anni si è poi valutato e ipotizzato di tutto, dai micobatteri a più complesse alterazioni del microbiota intestinale.

Il percorso di diagnosi

Quando parliamo di diagnosi, cominciamo a considerare alcune differenze tra le due “cugine”: la prima differenza da tenere in conto, e da cui in qualche modo dipende tutto il resto, è la diversa localizzazione della malattia.
La Rettocolite ulcerosa colpisce il colon: l’ultima parte del nostro tratto digerente, circa un metro di intestino che va dal cieco all’ano. Quello che può cambiare è l’estensione di colon colpito: in linea di principio, l’infiammazione (parliamo di malattie infiammatorie, ricordiamolo bene ..) parte dall’ano e può risalire tanto o poco: in effetti la malattia può essere limitata al retto pochi centimetri, e si chiama Proctite), interessare solo la parte sinistra del colon o interessare tutto il colon. Questa differente estensione ovviamente influenza sintomi, gravità e possibili complicanze della malattia.
La Malattia di Crohn invece è più “creativa” e può manifestarsi lungo tutto il tubo digerente, dalla bocca all’ano; rispetto alla Rettocolite però non è legata ad un criterio di “continuità territoriale”, ma può avere una distribuzione a segmenti, interessando tratti di intestino più o meno lunghi, disposti qui e là. La malattia “classica”, diagnosticata dal Dottor Crohn più o meno un secolo fa, interessa l’ileo distale (l’ultimo tratto di intestino tenue prima del colon).
Altra differenza fondamentale è il tipo di infiammazione: nella Colite ulcerosa l’infiammazione interessa solo la mucosa, cioè il rivestimento superficiale del colon, mentre nella Malattia di Crohn si sviluppa a tutto spessore della parete del tratto interessato.
Queste differenze, di sede e di sviluppo dell’infiammazione, vanno tenute bene a mente, perché da queste derivano direttamente sintomi e complicanze di malattia: in pratica, diagnosi, indicazioni e obiettivi di cura. La Rettocolite ulcerosa probabilmente pone meno problemi diagnostici: l’infiammazione è, come si diceva, limitata all’ultimo tratto di intestino, i sintomi con cui il nostro tratto digerente reagisce all’infiammazione sono abbastanza omogenei e in fondo mirano ad un obiettivo semplice: espellere le “tossine”. Quindi, nel caso specifico: diarrea, frequentemente con muco e sangue, che altro non sono se non espressione di “sofferenza” della mucosa; il tutto condito da tenesmo, cioè frequente stimolo alla defecazione, spesso peraltro con poco “successo”. L’esordio può essere acuto, anche severo, o più subdolo e progressivo; una volta escluse cause infettive della sintomatologia, il quadro clinico porta rapidamente ad eseguire una Colonscopia e la diagnosi è presto fatta.


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