Autore: Dott.ssa Anna Rosa MagnanoProf.ssa Elisabetta MiraldiProf. Marco Biagi

Gli estratti della pianta accorciano i tempi di malattia e riducono il numero di infezioni durante la stagione invernale 

L’arrivo della stagione invernale porta con sé anche la diffusione di Malattie da raffreddamento che, con i loro sintomi fastidiosi, procurano senso di malessere e grande disagio ad adulti e bambini. La Fitoterapia può fornire un contributo importante nel ridurre l’incidenza di queste patologie, in particolare suggerendo l’utilizzo di una pianta nota fin dai tempi antichi per le sue proprietà curative: l’Echinacea.
Questa pianta medicinale è stata usata per secoli dagli indiani d’America che la rendevano protagonista di infusi per il Raffreddore e l’Artrite, ma veniva anche impiegata per impiastri da applicare sulle ferite e sui morsi dei serpenti. Dagli Stati Uniti l’Echinacea è poi approdata in Europa, in particolare in Germania, dove si è dimostrata particolarmente utile negli stati influenzali e nella prevenzione delle Malattie da raffreddamento. Solo in Germania oggi esistono circa 100 prodotti registrati contenenti Echinacea, ma anche in Italia sono ampiamente disponibili in commercio numerose preparazioni. La sua efficacia, ovvero la capacità di migliorare la risposta del sistema immunitario alle infezioni, e la sua sicurezza, cioè l’assenza di effetti collaterali pericolosi, sono state comprovate da diversi studi scientifici.

La pianta

Il genere Echinacea comprende specie erbacee perenni originarie del Nord America, appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, la stessa della margherita e della camomilla, caratterizzata dalle tipiche infiorescenze a capolino, in questo caso di colore rosa, che appaiono tra giugno e agosto.
In Fitoterapia si utilizzano “Echinacea purpurea (L.) Moench.”, “Echinacea angustifolia DC.” e “Echinacea pallida Nutt.”; di tutte e tre le specie si utilizzano le radici essiccate e, per “Echinacea purpurea”, anche le parti aeree, siano esse fresche o essiccate.

I principi attivi

Le classi chimiche preponderanti in queste specie sono quattro: alchilammidi, glicoproteine, polisaccaridi e derivati dell’acido caffeico tra cui prevalgono l’acido cicorico, l’acido caftarico, l’acido clorogenico e l’echinacoside. Le concentrazioni di questi componenti variano in base alla specie.
Secondo la Farmacopea Europea più aggiornata, riferendosi alla droga essiccata, le radici di “Echinacea purpurea” non devono contenere meno dello 0,5% della somma di acido caftarico e acido cicorico e le parti aeree non meno dello 0,1%. Le radici di “Echinacea angustifolia” ed “Echinacea pallida” non devono contenere, rispettivamente, meno di 0,5% e 0,2% di echinacoside.
L’uso delle parti aeree dell’Echinacea purpurea (come confermato dai testi di riferimento ufficiali accreditati) nella prevenzione e nel trattamento a breve termine del Raffreddore comune e delle altre infezioni correlate è ormai consolidato, con riferimento all’uso tradizionale delle radici nel trattamento delle stesse. In particolare l’Echinacea purpurea vanta attività immunostimolanti e immounomodulanti.  

L’azione Immunostimolante

L’elevata capacità immunostimolante attribuibile a “Radix Echinaceae” deriva da oltre 350 studi scientifici che sono stati compiuti negli ultimi 50-60 anni.
Gli estratti di Echinacea purpurea, o loro frazioni, testati “ex vivo” su diverse popolazioni di cellule immunitarie umane e “in vivo” su animali, si sono dimostrati in grado di modulare efficacemente la risposta aspecifica, aumentando la capacità ossidativa delle cellule del sistema immunitario e attivando le cellule “natural-killer” e le cellule T, protagoniste dell’immunità innata del nostro organismo. Anche se l’esatto meccanismo responsabile degli effetti immunomodulanti delle preparazioni a base di Echinacea purpurea non è ancora stato chiarito, è verosimile che esso si basi su interazioni sinergiche tra alcune sostanze costituenti: le glicoproteine, i polisaccaridi e i derivati dell’acido caffeico agirebbero direttamente sul sistema immunitario, mentre le alchilammidi eserciterebbero prevalentemente un’azione regolatrice dell’infiammazione.

Riduce i tempi di malattia

Anche se i risultati degli studi sull’uomo sono contraddittori (alcuni confermano l’efficacia dell’Echinacea, mentre altri la negano), complessivamente ci sono sufficienti conferme sulle proprietà curative di questa pianta. I suoi estratti, infatti, accorciano i tempi di malattia (minor numero di giorni di febbre, ad esempio) e riducono sia la necessità di assumere altri farmaci sia il numero di infezioni durante la stagione invernale. Questi effetti benefici, riscontrati anche sui bambini, grazie a molti studi (in particolare uno studio clinico in cui l’Echinacea è stata associata alla Propoli, sostanza naturale prodotta dalle api), sono stati ottenuti utilizzando estratti concentrati della pianta, ovvero prodotti fitoterapici, mentre per quanto riguarda le forme omeopatiche (come ad esempio tinture madri, macerati glicerici e associazioni di più piante commercialmente definite “Echinacea compositum”) non esistono studi scientifici che ne comprovino l’efficacia.


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