Autore: Dott. Lorenzo CotrozziDott.ssa Alessandra CampanellaDott.ssa Elisa Pellegrini

L’azione adattogena e antistress

La Rhodiola rosea è, ad oggi, una delle più popolari piante utilizzate nelle aree sovietiche, alla quale è sostanzialmente riconosciuta un’azione che è definita “adattogena”. Tale termine, originalmente introdotto dallo Scienziato russo Lazarev nel 1947 e riformulato e proposto, negli anni successivi, dai famosi Ricercatori Brekhman e Dardymov, non è ancora pienamente accettato in Medicina, probabilmente in virtù delle molteplici difficoltà nel discernere piante medicinali adattogene da quelle immunostimolanti, farmaci anabolizzanti, ecc.
Tale proprietà terapeutica è comunque riconducibile ad attività coadiuvanti il sistemaneuro-endocrino e immunitario di un organismo animale nella risposta non specifica allo stress. In particolare, è possibile attribuire a un’essenza adattogena, la capacità di modulare il mantenimento o il ripristino dell’equilibrio fisiologico di un soggetto esposto a perduranti condizioni ambientali sfavorevoli, senza arrecare effetti collaterali. In parole povere è un “normalizzante”.
Dal 1969 l’uso della pianta, quale stimolante contro stati di affaticamento fisico e mentale, è comunque consigliato dal Comitato farmacologico del Ministero della Salute dell’URSS. Dal 1975 in Russia addirittura, estratti liquidi di rizomi e radici in etanolo sono prodotti a livello industriale su larga scala. Dal 1985, compresse contenenti un estratto secco della pianta sono state immesse sul mercato dalla Svezia. Nell’aprile del 2009, un nuovo preparato anch’esso a base di estratti secchi di “Rhodiola rosea” è stato introdotto nel Regno Unito come adattogeno. In Italia un preparato contenente estratti di “Rhodiola rosea” è attualmente considerato un “farmaco vegetale tradizionale” il cui utilizzo non ha l’obbligo di ricetta medica.

Antidepressiva, antitumorale, rinforza le difese immunitarie

Per quanto ancora insufficienti per soddisfare appieno i requisiti richiesti per essere considerato “farmaco”, sono molti gli studi e le sperimentazioni cliniche (su esseri umani) e non-cliniche (test in vitro e su cavie da laboratorio) sull’efficacia terapeutica degli estratti di “Rhodiola rosea” o dei suoi singoli composti, condotti negli anni da vari Centri di ricerca, lavori del resto non sempre concordi e, purtroppo, ancora poco esaustivi. Da essi emerge una molteplicità di effetti benefici apportati da questa pianta. Oltre alla già ricordata proprietà adattogena, sono state rilevate altre attività biologiche positive quali: azione antidepressiva, neuroprotettiva, antitumorale e antimetastasi, fortificante le difese immunitarie e le funzioni miocardica, cardioprotettiva, anti-virale, antianossica e antiossidante.

Migliora il rendimento psico-fisico

Da alcune ricerche sembrerebbe che il meccanismo d’azione di questi principi attivi risieda nella loro capacità di interagire direttamente con ormoni neurotrasmettitori (quali serotonina, adrenalina e dopamina) deputati al controllo e alla regolazione di stati neurologici (quali sonno, depressione, memoria e appetenza), stimoli motori e funzionalità cardiovascolare. Tale effetto in alcuni casi è stato dimostrato esplicarsi, attraverso l’inibizione dell’enzima deputato all’inattivazione della serotonina e alla possibile contemporanea interferenza nel trasporto di un suo precursore.
Comunque, ad oggi, anche per questa specie medicinale si evince l’esigenza di parlare di “attività terapeutica globale”; tutti i composti concorrono cioè a determinare l’attività biologica: quelli riconosciuti farmacologicamente attivi e quelli non ritenuti propriamente tali, ma che probabilmente possono “coadiuvare” (ad esempio favorendo assorbimento/assimilazione dei primi).
Nessun costituente può considerarsi, quindi, “attivo” o “inerte”. È preferibile in definitiva, attribuire al cosiddetto “complesso fitoterapico in toto” l’effetto biologico della “radice d’oro” (altro epiteto dato agli estratti della Rodiola), che in definitiva è riassumibile in un miglioramento della performance psico-fisica di un organismo animale e umano, aiutandolo nel superamento di “stress” prolungati. Del resto, secondo alcune credenze popolari, tale pianta sembra sostenere anche in altri ben più piacevoli sforzi: il leggendario principe ucraino Danila Galitsky (XII secolo), che aveva una notevole fama di grande seduttore, soleva dire che era tutto merito di “Rhodiola rosea”!