Se il nostro Medico ha registrato valori elevati della pressione arteriosa, alte concentrazioni di grassi nel sangue, resistenza all’azione dell’insulina, e la nostra circonferenza è decisamente aumentata, è bene correre ai ripari perché siamo probabilmente in presenza della cosiddetta “Sindrome Metabolica”. Questo temine risale agli anni cinquanta, ma è ormai divenuto di uso comune. È solo nel 1998 però che l’OMS ne dà una definizione precisa individuando i seguenti criteri per la sua diagnosi: circonferenza addominale superiore a 94 cm per gli uomoni e a 80 cm nelle donne, presenza di almeno due tra i seguenti criteri: trigliceridi superiori a 150 mg/dL, colesterolo HDL inferiore 40 mg/dl nel maschio e inferiore a 50 mg/dL nella femmina, pressione arteriosa superiore a 130/85 mmHg (o in caso di terapia antipertensiva), glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dL (o pregressa diagnosi di Diabete Mellito di tipo 2).
Il fattore stile di vita
Per quanto concerne la presenza di patologie come il Diabete o l’Ipertensione è indispensabile ricorrere all’utilizzo dei farmaci. Alcuni fattori possono essere controllati o modificati dallo stile di vita della persona. Un’attività fisica regolare (circa 30 minuti al giorno) migliora la captazione di insulina da parte dei tessuti, migliora in generale il metabolismo dei carboidrati e contribuisce alla diminuzione del peso corporeo che è notoriamente associata ad una diminuzione dei valori pressori.
Il ruolo degli Omega-3
Una dieta povera di grassi e ricca di Omega-3 diminuisce il colesterolo totale e i trigliceridi aumentando le HDL e di conseguenza migliorando l’assetto lipidico. È noto, infatti, che, in una dieta bilanciata, il rapporto ottimale tra Omega-6 e Omega-3 dovrebbe essere 5:1. In realtà sempre più spesso, questo rapporto è sbilanciato a favore degli Omega-6 da 20:1 a 50:1, a causa dell’eccessivo consumo di oli vegetali, di carne e di uno scarso consumo di pesce. Si rende quindi necessario integrare in un qualche modo l’apporto degli Omega-3 per riequilibrare questo rapporto. Un aumento del consumo di pesce azzurro (in particolare acciughe e sardine) è di sicuro un primo consiglio alimentare.
Per un apporto più significativo degli Omega-3 è consigliabile l’utilizzo di integratori alimentari a base di Omega-3 da olio di pesce. Condizione fondamentale è la scelta di preparati ad alta concentrazione degli acidi grassi essenziali EPA e DHA e a bassa concentrazione di acidi grassi saturi, e che prevedono l’assenza di metalli pesanti.
Oltre alle note azioni a livello dell’apparato cardiovascolare (riduzione di pressione arteriosa, Infarto cardiaco, Ictus cerebrali, Trombosi, ecc.) e di Biochimica del sangue (riduzione dei livelli di trigliceridi e aumento delle LDL), gli Omega- 3 intervengono nell’organismo a livello di numerosi organi e/o apparati. Riguardo ad articolazioni, pelle e intestino presentano un effetto antinfiammatorio e riducono i sintomi in caso di Artrite Reumatoide, Morbo di Crohn e Psoriasi. A livello della retina e del sistema nervoso centrale prevengono la Retinite Pigmentosa e la Degenerazione Maculare, e riducono i sintomi di Alzheimer, Parkinson e Depressione.