Filtri fisici...
I prodotti per la protezione solare vengono divisi in filtri fisici e filtri chimici. I filtri fisici sono preparazioni che usano sostanze come l’ossido di zinco e il biossido di titanio e che hanno proprietà riflettenti: in questo modo i raggi UV vengono riflessi e non vengono assorbiti dalla pelle. Sono biochimicamente inerti e non provocano alcun surriscaldamento cutaneo; inoltre hanno proprietà lenitive e protettive e spesso si trovano inseriti in formulazioni “waterproof”.
Al contrario di quelli chimici, i filtri fisici durano nel tempo e ad oggi sono gli unici ammessi da enti certificatori dell’ eco-bio come ICEA e AIAB, oltre ad essere considerati i più compatibili non solo con la nostra pelle ma anche con l’ambiente: ossido di zinco e biossido di titanio sono ingredienti definiti “grase” (generally recognized as safe and effective), ossia conformi alle normative e quindi sono adatti anche per i bambini; ma anche tutte le altre componenti del solare ecobio sono rispettose della pelle e dell’ambiente, come ad esempio gli oli (olio di riso), i burri vegetali (burro di karitè), la vitamina E e gli estratti di piante antiossidanti come l’uva rossa, le alghe e la carota, utili per proteggere e lenire l’epidermide durante l’esposizione al sole.
... e filtri chimici
Filtri chimici sono ad esempio il butyl methoxydibenzoylmethane, il benzophenone-3(Bp-3), l’octyldimethyl- PABA (OD-PABA) e l’octyl-methoxycinnamate, sostanze di sintesi che catturano l’energia dei raggi UV per evitare il danno alle cellule epiteliali: l’energia viene liberata generalmente sotto forma di calore ma, nel caso di filtri fotosensibili, si ha la progressiva formazione di prodotti di degradazione che possono essere dannosi per la pelle e provocare irritazione, sensibilizzazione, fototossocità, fotoallergia, Dermatite ed Eritemi. Alcuni studi, inoltre, attestano che possono passare anche attraverso il latte materno e quindi esporre i neonati ad agenti chimici potenzialmente pericolosi. Quindi è bene evitare:
- il paba e il trolamine salicylate: ad oggi considerati “non grase”, quindi non sicuri;
- il benzofenone: è un filtro largamente impiegato nei prodotti solari e nelle creme anti-età per le sue capacità filtranti dei raggi UVB e UVA; numerosi studi scientifici hanno dimostrato che è in grado di penetrare rapidamente nell’organismo e di interferire con la normale attività ormonale: per questo motivo, ad esempio in Europa, alcune tipologie di benzofenone (benzofenone-1) sono state bandite, ma sarebbe opportuno vietare tutta la classe dei benzofenoni, vista la sospetta tossicità.
A questo punto, se dovessimo chiederci se possiamo fare a meno della crema solare, la risposta è no: la nostra pelle va assolutamente e continuamente protetta, attraverso i vestiti oppure utilizzando i prodotti solari opportuni: al momento i filtri più sicuri per la pelle anche dal punto di vista salutistico, oltre che meno dannosi per l’ambiente, sono i filtri fisici.
I possibili rischi
Il maggior fattore di rischio per il Melanoma cutaneo è l’esposizione eccessiva ai raggi UV, che possono danneggiare il DNA delle cellule epiteliali e quindi innescare la possibile trasformazione in cellule tumorali. È doveroso, quindi, fornire informazioni corrette sia sulle modalità di esposizione al sole che sui prodotti solari di maggiore qualità, senza generare falsi allarmismi ma nemmeno fomentando l’acquisto superficiale di qualsiasi tipo indiscriminato di protezione.
Come evitare di scottarsi?
Per concludere, ecco 5 consigli pratici per evitare le scottature:
- valutare la zona geografica dove ci si esporrà e la stagione;
- non esporre al sole diretto i bambini di età inferiore all’anno e per i più grandi evitare le ore centrali della giornata (11-16), esponendoli comunque in modo graduale;
- indossare cappello e occhiali da sole;
- utilizzare creme solari ad alto fattore di protezione (l’uso delle creme non ostacola la formazione della vitamina D), avendo cura di riapplicarle frequentemente e dopo ogni bagno;
- usare le creme anche all’ombra: il sole, infatti, filtra anche attraverso l’ombrellone e i vestiti, mentre acqua, sabbia e sassi fungono da riflettori per le radiazioni UV.