Metodo Tomatis, ascoltare diventa più facile

Autore: Dott.ssa Chiara Bassoli

Grazie all’utilizzo della musica e della voce, il metodo Tomatis® migliora le capacità di ascolto con evidenti risvolti positivi 

Oltre l’80% degli stimoli ricevuti dal nostro cervello proviene dalle orecchie: l’ascolto ha quindi un ruolo fondamentale nell’analisi del mondo che ci circonda. L’orecchio cattura i suoni dell’ambiente, convertendoli in impulsi elettrici e trasmettendoli al cervello che ha il compito di analizzarli. Ma non solo: l’orecchio è un organo fortemente coinvolto anche in altre attività come l’equilibrio, il movimento, la coordinazione, il ritmo e i processi comunicativi in generale. Responsabile di questi processi è il sistema vestibolare, situato dietro l’orecchio interno, che invia al sistema nervoso centrale le informazioni che riguardano la posizione del corpo nello spazio. Un buon funzionamento del sistema vestibolare contribuisce ad un adeguato spostamento nello spazio, alla distinzione di parole e linguaggio, alla coordinazione della vista con il movimento.

Attenzione, orientamento e controllo oculare

Imparare richiede capacità di focalizzazione e attenzione. Per rimanere seduti o tenere una penna in mano, è fondamentale la coordinazione così come un buon controllo posturale. L’orientamento è importante per materie come la matematica. Il controllo oculare è essenziale per portare a termine la maggior parte dei compiti: la lettura, per esempio, richiede di scorrere da sinistra a destra e poi di nuovo verso sinistra senza perdere il punto. Mentre per seguire una lezione bisogna essere in grado di rivolgere lo sguardo all’insegnante, ma anche alla lavagna.
Quando l’interazione tra orecchio e cervello è compromessa, risulta quindi danneggiata anche la capacità di interagire al meglio con il mondo esterno.

Come ascoltiamo?

Quante volte ci siamo sentiti dire che ascoltiamo solo quello che vogliamo sentire? Sentire e ascoltare possono sembrare processi scontati e dei sinonimi, ma così non è. Per sentire si intende una funzione passiva legata alla percezione del suono, mentre l’ascolto presuppone un’attività volontaria e attiva.
Si parla di “ascolto disturbato” nel momento in cui l’individuo non riesce ad analizzare correttamente il messaggio sensoriale percepito dal suo orecchio. Succede, per esempio, quando non siamo in grado di concentrarci sulla voce della persona che ci sta parlando, nonostante riusciamo a sentirla correttamente. Al contrario, quando la nostra capacità di ascolto è ben sviluppata, possiamo filtrare i suoni concentrandoci soltanto su quelli rilevanti.


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