Numerosi fantasmi si aggirano nel nostro paese: sono gli invisibili, 60.000 persone che sono diventate povere, sfrattate dalla propria casa e/o finite per strada (tra loro padri separati, lavoratori licenziati, imprenditori falliti e pensionati al minimo). Una volta in strada queste persone hanno perso anche la residenza, ossia, sono state cancellate dall’anagrafe del comune. Così, da persone che erano sono diventate fantasmi.
Residenza e diritti fondamentali
Ciò accade perché la legge italiana collega una serie di diritti fondamentali, come il diritto al lavoro, il diritto al Welfare, il diritto di voto e il diritto alla salute, al possesso di una residenza. In particolare, la Legge 833 del 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), stabilisce (art. 19) che “gli utenti del Servizio Sanitario Nazionale sono iscritti in appositi elenchi periodicamente aggiornati presso l'unità sanitaria locale nel cui territorio hanno la residenza”. Senza residenza, quindi, non ci si può iscrivere. Certo si potrebbe obiettare che la residenza è un diritto di tutti i cittadini italiani e dei cittadini stranieri muniti di permesso di soggiorno. In realtà, pur esistendo un diritto soggettivo, moltissimi comuni negano la residenza alle persone senza dimora e ai poveri con le più disparate motivazioni. E così, chi prima aveva una residenza, una casa e un Medico, una volta per strada ha diritto soltanto a prestazioni di Pronto soccorso, nonostante l’art. 32 della nostra Costituzione reciti “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. A tutti gli effetti il diritto alla salute in strada si perde per strada...
L’arrivo del Covid...
Da anni, insieme ad associazioni di volontariato laiche e cattoliche tra cui Piazza grande, Avvocato di strada, Sokos, Caritas, Sant’Egidio e tante altre, portiamo avanti una battaglia per garantire anche alle persone senza dimora la possibilità di curarsi adeguatamente.
Più volte, tramite alcuni parlamentari, è stata presentata una vera e propria proposta di legge nazionale, purtroppo, senza alcun esito. Allora si è tentato di risolvere il problema supportando le tante associazioni di volontariato di Medici che, in svariati territori, curano le persone più povere. Poi è arrivato il Covid e ciascuno di noi ha potuto osservare direttamente tutti i limiti del sistema: Associazioni chiuse, nessuna cura disponibile, Pronto soccorso presi d’assalto, focolai d’infezione nei dormitori.