Lo scheletro umano è un organo dinamico dalla struttura complessa. Fisiologicamente la formazione e la perdita di tessuto osseo dovrebbero mantenersi in equilibrio, ma se il numero di cellule che “digeriscono” le cellule di tale tessuto aumenta e il numero di cellule che le sintetizzano è inadeguato, si può andare incontro ad una perdita di tessuto osseo e, nei casi più gravi, ad Osteoporosi.
Menopausa e perdita di tessuto osseo
Le ossa cominciano a crescere già durante la vita embrionale e continuano ad aumentare di misura, lunghezza e densità fino alla fine della seconda decade di vita quando si raggiunge più del 95% della lunghezza e della densità ossea (picco di massa ossea). Dopo questa fase si assiste progressivamente ad una serie di alterazioni microstrutturali del tessuto osseo. Questo processo accade molto più frequentemente nelle donne che, con la Menopausa, vanno incontro a una drastica riduzione degli estrogeni. Il calo di estrogeni porta, infatti, ad un aumento del turnover osseo, accelerando la perdita di osso e conducendo ad Osteopenia e Osteoporosi.
L’effetto complessivo della Menopausa è la perdita media annuale del 2-3% di massa ossea durante i primi anni per poi passare ad una perdita di 0,5-1% negli anni successivi. La Menopausa rappresenta, dunque, il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo dell’Osteoporosi, una malattia che è però influenzata non soltanto da alterazioni ormonali, ma anche da disordini metabolici, ereditarietà, stile di vita e abitudini alimentari.
Quali alimenti ridurre?
La letteratura scientifica riporta che adottare scelte di vita sane, che possano aumentare il picco di massa ossea nei bambini e negli adolescenti, assicura una perdita inferiore di tessuto osseo nell’adulto. Molti studi hanno infatti dimostrato che l’alimentazione, insieme a un regolare esercizio fisico e alla riduzione del consumo di alcol e nicotina, contrasta la decalcificazione dell’osso e difende dallo sviluppo di Osteoporosi e di fratture osteoporotiche.
Macronutrienti (come grassi, zuccheri e proteine) e micronutrienti (come calcio, vitamina D, potassio e fosforo) giocano un ruolo primario nel metabolismo osseo e nel mantenimento della salute di questo organo così complesso.
Ma quali sono gli alimenti a cui fare maggiore attenzione? Lo stile di vita alimentare moderno vede un consumo sempre maggiore di grassi saturi e zuccheri semplici, contenuti soprattutto nei cibi preconfezionati, bibite gasate, merendine e alimenti di elaborazione industriale. Diete ricche di grassi e zuccheri (in particolare fruttosio, glucosio e saccarosio) hanno un fortissimo impatto sull’integrità strutturale delle ossa, tuttavia i risultati della ricerca scientifica su questo tema rimangono ancora aperti.
Gli studi scientifici
Molte ricerche hanno dimostrato che il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi si associa ad una alterazione della densità ossea, provocandone una riduzione della resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Tale processo è dovuto a cambiamenti nella microstruttura che avvengono a carico del tessuto osseo spugnoso, il quale va incontro a un disordine del metabolismo dei lipidi e subisce una alterazione a livello del midollo osseo, provocando un aumento dello stato infiammatorio.
Dall’altra parte, invece, ci sono gruppi di Ricercatori che sostengono che il consumo di alte quantità di grassi contribuisce al raggiungimento del picco di massa ossea e al miglioramento della microstruttura durante l’infanzia e l’adolescenza. Un lavoro emblematico condotto sui topi ha mostrato come una dieta ricca in fruttosio porti ad ottenere ossa più forti rispetto ai topi che seguivano una dieta ricca in glucosio e che, allo stesso tempo, una dieta ricca di grassi portava a un deterioramento dell’osso spugnoso.
Inoltre, uno studio osservazionale condotto su adolescenti che consumavano grandi quantità di bevande zuccherate ha dimostrato una correlazione inversa tra il consumo di queste bevande e la densità ossea: maggiore era il consumo di zuccheri semplici, minore era la densità ossea del gruppo studiato. Questi dati fanno ben capire quanto controversa e ancora dibattuta sia l’azione di grassi e zuccheri sul metabolismo osseo.