Chicco integrale: tutti i vantaggi

Autore: Dott. Alberto Fantin

Consumare cereali integrali rappresenta un’abitudine efficace per prevenire Malattie cardiovascolari e mantenere sano l’intestino

I cereali rappresentano un’importante fonte alimentare in tutto il mondo. Grano, orzo, segale, riso, avena, mais, miglio e sorgo sono infatti coltivati e consumati dall’uomo da millenni. Quando assunti nella loro forma integrale, sono in grado di fornire soprattutto carboidrati e proteine ma anche lipidi, sali minerali, vitamine (soprattutto del gruppo B), fitocomposti e fibre.
Sono sempre più numerosi gli studi che attribuiscono a questi alimenti importanti ruoli per la salute riducendo il rischio di Malattie cardiovascolari ma anche di Neoplasie del tratto gastrointestinale, particolarmente del colon.

Germe e crusca

Per cereale integrale si intende il frutto della pianta con tutte le sue parti. Il chicco è infatti costituito schematicamente da tre parti: la crusca esterna che è ricca di fibre, il germe interno, la parte a maggior contenuto di micronutrienti, e l’endosperma che è invece ricco di amido e in quantità inferiore di proteine.
In generale la composizione dei cereali prevede dal 55 al 71% di carboidrati (soprattutto amido), dal 6 al 15% di proteine e dall’1 al 7% di lipidi. Oltre ad apportare fibra consistente in cellulosa, emicellulosa e lignina, il cereale integrale consente di assumere vitamina E (importante antiossidante), folati e altre vitamine del gruppo B, minerali quali potassio ma anche zinco, magnesio e selenio nonché un elevato numero di fitocomposti come fitati, fitosteroli, lignani, acidi fenolici e polifenolici. Poiché le fibre, le vitamine, i minerali ed i fitocomposti sono concentrati nel germe e nella crusca, rimuovendo queste parti con il processo di raffinazione industriale il cereale che ne risulta sarà impoverito dal punto di vista nutrizionale rispetto al cereale integrale.

Un’azione protettiva

Ci sono sempre maggiori evidenze scientifiche che i cereali integrali sono in grado di proteggere nei confronti dello sviluppo di malattie croniche.
Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra consumo di cereali integrali ed il rischio di neoplasie. Due lavori scientifici (che riassumono i risultati di altri studi), svolti da Jacobs e collaboratori nel 1995 e 1998, hanno indagato il consumo di cereali integrali in relazione alla comparsa di tumori in diverse sedi. Nello studio del 1995 sono stati presi in considerazione i risultati di 15 studi mentre nel secondo sono stati analizzati i risultati di 40 studi. L’evidenza di una maggiore protezione, tra tutti i tipi di tumore presi in esame, è stata evidenziata per le Neoplasie gastrointestinali, soprattutto per il Tumore del colon. Nel 2005 uno studio condotto su 61.433 donne ha trovato come un alto consumo di cereali integrali (pane integrale, cereali per la colazione e porridge) si associasse ad un ridotto rischio di sviluppare il Tumore del colon.
Recentemente Shatzkin e collaboratori hanno riportato i risultati di un ampio studio prospettico in cui si evidenziava come l’assunzione di cereali integrali fosse associata ad un rischio minore di sviluppare Tumore del colon e del piccolo intestino, in particolare il rischio risultava ridotto in misura maggiore tra gli uomini rispetto alle donne.
In un piccolo studio svolto su donne svedesi un’alta assunzione di cereali integrali con la dieta si è dimostrata in grado di ridurre il rischio del Tumore al colon ma non quello del retto. Forti evidenze a favore di un effetto protettivo delle fibre (provenienti anche dai cereali integrali) nei confronti del Tumore del colon sono state riportate anche in un lavoro pubblicato da Bingham e collaboratori nel 2003 su dati provenienti dal progetto EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) che studia la relazione tra alimentazione e patologie in dieci paesi europei.
Oltre agli studi su popolazione, numerosi studi su animali hanno evidenziato un effetto protettivo dei cereali integrali sullo sviluppo del Tumore del colon.
Infine, molto recentemente, nel numero di “Gastroenterology” di marzo 2014 è comparso uno studio che ha indagato l’effetto delle fibre assunte con la dieta sulla comparsa di polipi del colon (i precursori del tumore del colon). Su 20 studi presi in esame, coinvolgenti complessivamente più di 10.000 persone con polipi adenomatosi del colon, il rischio di sviluppare i polipi era minore tra chi assumeva più fibre con la dieta ed il maggior grado di protezione si otteneva proprio con le fibre provenienti dai cereali integrali (rispetto a quelle di frutta e verdura).


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