Autore: Dott. Roberto Vassallo

La terapia farmacologica

Rispetto alla terapia farmacologica, il trattamento dei disturbi diverticolari deve tenere conto di come si manifesta la malattia, della presenza e dell’intensità dei sintomi. In caso di sintomatologia non acuta, definita SUDD (Symptomatic Uncomplicated Diverticular Disease), l’uso di rifaximina, somministrata con le fibre, ciclicamente per 7 giorni al mese, è in grado di migliorare la sintomatologia in un terzo dei Pazienti. Altri farmaci che presentano i presupposti teorici per essere utili, come ad esempio probiotici e mesalazina (che intervengono rispettivamente sul microbiota intestinale e sul quadro di micro-infiammazione presente), non hanno tuttavia mostrato un sicuro beneficio reale rispetto al placebo; nessun farmaco, inoltre, ha dimostrato di essere in grado di prevenire la possibilità che si sviluppi una Diverticolite acuta.

Approccio chirurgico o conservativo?

In caso di Diverticolite, la terapia dipende naturalmente dalla severità del quadro clinico e dall’eventuale presenza di complicanze: la Diverticolite acuta non complicata, infatti, può essere trattata in modo conservativo con il riposo e, se il Paziente risulta idoneo ad una alimentazione per via orale, con una dieta temporaneamente semiliquida; in questa situazione la gestione del Paziente può essere ambulatoriale. Studi recenti hanno dimostrato che, in assenza di segni di sepsi (febbre molto elevata, incremento significativo dei globuli bianchi e possibile interessamento di altri organi), la somministrazione di antibiotici non è necessaria per la guarigione dell’episodio acuto. In caso di forme complicate con ascessi o Peritonite, invece, il ricovero e gli antibiotici sono obbligatori; mentre gli ascessi possono essere curati mediante drenaggio percutaneo, quelli più complessi e le Peritoniti richiedono l’intervento del Chirurgo che, sulla base del quadro clinico e della presenza di comorbidità, sceglierà un intervento meno invasivo oppure la Chirurgia tradizionale, procedendo con eventuale Colostomia (deviazione dell’intestino) temporanea per favorire il riposo funzionale del colon; l’intervento chirurgico, inoltre, può essere programmato anche per Pazienti con Diverticoliti ricorrenti o in presenza di complicanze croniche (fistole, stenosi, sanguinamento ricorrente).
Oggi, tuttavia, molti studi scientifici hanno ridimensionato il ruolo effettivo della Chirurgia rispetto al trattamento conservativo: le evidenze disponibili, infatti, dimostrano che anche in presenza di una Diverticolite complicata la Chirurgia non sempre ha mostrato i vantaggi maggiori; la scelta chirurgica, quindi, va valutata caso per caso in funzione dei rischi e dei benefici per il singolo Paziente. 


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