Autore: Prof. Giuseppe Morgia

 

Rischio Carcinoma

La neoplasia più comune nei paesi occidentali è il Carcinoma prostatico. Si colloca infatti al secondo posto tra le cause di mortalità tumorale negli uomini. Presenta un’origine multifattoriale ed è il risultato dell’interazione di fattori genetici (familiarità ed etnia) ed ambientali (fattori dietetici e cancerogeni ambientali). Per contrastare tali elementi di rischio possiamo ricorrere ad alcuni fattori protettivi come la vitamina A e D, oligoelementi e agenti antiossidanti, la cui esposizione può aiutare a ridurre l’incidenza di questa malattia. La bassa incidenza del Carcinoma prostatico nelle popolazioni asiatiche potrebbe essere messa in relazione a una dieta a basso contenuto lipidico e ad alto contenuto in fibre e fitoestrogeni. La dieta occidentale, ricca di grassi animali, sembra infatti avere un effetto promuovente la crescita tumorale.
Alcune sostanze presenti in natura presentano inoltre un’azione chemiopreventiva, come la vitamina E, il licopene, i polifenoli, il selenio, lo zinco. Nonostante queste evidenze, non siamo ancora in grado di eseguire un prevenzione primaria totalmente efficace sul Carcinoma prostatico, attraverso il cambiamento dello stile di vita e della dieta o tramite l’utilizzo di farmaci antiossidanti.
È stato inoltre suggerito da recenti studi che l’attività fisica sia in grado di ridurre il rischio di tumore prostatico. Quanto intensa e quanto frequente questa debba essere non è ancora stabilito, ma è certo che un sano movimento è in grado di aiutare il nostro organismo ed anche la nostra prostata.

Attenzione a fumo e idrocarburi

Il Tumore della vescica è il quarto più frequente nell’uomo e rappresenta l’ottava causa di morte per patologia oncologica. Esiste una predisposizione genetica nello sviluppo di questa patologia ma il fumo di tabacco rappresenta il più importante fattore di rischio. Si calcola infatti che circa il 50% dei casi sia correlato al tabagismo. Gli agenti del fumo influiscono negativamente sul tessuto che riveste la vescica se tale abitudine negativa si protrae per molti anni; è forse per questo che la comparsa del Carcinoma vescicale è più frequente tra i 60 ed i 70 anni, mentre solo raramente la neoplasia viene diagnosticata negli soggetti più giovani. Sembra inoltre che il fumo sia correlato ad un aumentato rischio di recidiva e di progressione della malattia, pertanto ad una maggiore probabilità d’intervento più aggressivo al fine di eradicare la malattia. È importante quindi smettere di fumare sia per prevenire la comparsa della patologia che per ridurre il rischio di recidiva. L’uso esclusivo della pipa e del sigaro (fumo non inalato), al contrario, non modifica il rischio di insorgenza del Tumore della vescica. L’esposizione professionale ad alcune sostanze chimiche quali amine aromatiche, idrocarburi policiclici e idrocarburi clorurati rappresenta il secondo fattore di rischio più importante per il tumore della vescica. Queste sostanze sono contenute nelle vernici, nei coloranti, e nei prodotti petroliferi. Negli ambienti professionali esistono programmi di sicurezza che riducono l’elevato rischio a cui si esporrebbero i lavoratori di queste sostanze altamente cancerogene, come l’uso di maschere e sistemi di depurazione dell’aria. L’associazione tra l’uso di tinture per capelli e il rischio di sviluppare un tumore vescicale rimane incerto.

Fattori alimentari

Per quanto riguarda i fattori alimentari, alcuni studi hanno evidenziato come il Tumore vescicale presenti una maggiore incidenza in presenza di una dieta ad alto contenuto di grassi e povera di frutta e verdura. Anche il consumo di frutta secca, per la ricchezza di vitamine, zinco e acidi grassi insaturi (soprattutto omega-3), riveste certamente un ruolo protettivo antinfiammatorio. Nella pratica clinica è raccomandata l’assunzione giornaliera di frutta e verdura per la prevenzione di numerose patologie tumorali ed esistono prove consistenti che supportano la loro azione protettiva sul Carcinoma vescicale. Sembrerebbe che l’assunzione di crucifere (cavoli, cavolini di Bruxelles e verdure a foglia verde) possa aiutare a prevenire questa patologia. Inoltre, in particolare melograno, agrumi e curcuma, sono tra i vegetali le specie più protettive in assoluto secondo gli studi più recenti.


« Pagina precedente 2/2 Pagina successiva