Prevenire con la Dieta

Quello della misurazione degli indici della Dieta per valutarne la potenziale attività pro-infiammatoria è un concetto piuttosto recente, che però ha catalizzato grande attenzione poiché fornisce uno strumento abbastanza pratico per definire la qualità della nostra alimentazione e che, senza dubbio, potrebbe svolgere un ruolo decisivo per esempio nel personalizzare il regime alimentare nell’ambito di un programma di prevenzione specifico.
Rispetto alla relazione tra Dieta e risultati clinici dei Pazienti affetti da Cancro, è sicuramente necessario che gli studi proseguano, prendendo in considerazione una casistica sempre più ampia e di lunga durata (studi prospettici), poiché sulla base di alcune analisi recenti che hanno valutato il risultato di ben 21 studi prospettici, emerge un effetto protettivo delle fibre che presenta, tuttavia, una discreta eterogeneità: i risultati degli studi europei, infatti, sono diversi da quelli americani (molto probabilmente perché Americani ed Europei introducono fibre attraverso fonti diverse e perché, in linea di massima, gli Americani introducono molte meno fibre rispetto agli Europei).

Sì a fibre e cereali integrali

Su questa linea, alcuni studi hanno già evidenziato come aumentando di circa 90 g l’apporto di cereali integrali in un giorno, si possa ottenere una riduzione del rischio di sviluppare il Tumore del Colon del 17%, e questo effetto benefico delle fibre potrebbe essere legato all’azione che svolgono sul Microbiota intestinale: le fibre, infatti, vengono fermentate dai batteri per produrre grassi a catena corta (SCFA), preziose sostanze in grado di regolare il sistema immunitario,il metabolismo e, quindi, di ridurre anche il rischio di Tumore del Colon. Alcuni studi controllati randomizzati hanno poi studiato l’effetto della supplementazione con fibre, o particolari prebiotici, sul Microbiota intestinale: l’aggiunta di fibre alla Dieta, infatti, ha permesso di rilevare un arricchimento di alcune specie di batteri buoni, in particolare Bifidobatteri e Lattobacilli, presenti in minor concentrazione nei Pazienti affetti da Tumore del Colon; i Bifidobatteri e il Lattobacilli producono a loro volta Lattati, Acetati ma anche il Butirrato, che si ipotizza possa avere anch’esso un effetto protettivo. Sempre a proposito di fibre, anche un maggior consumo di cereali integrali si associa ad una maggior presenza di batteri in grado di produrre sostanze protettive per il Colon (acidi grassi a catena corta): i cereali integrali, inoltre, contengono altri nutrienti benefici come i polifenoli e i flavonoidi, importanti modulatori del Microbioma intestinale.

No alle carni rosse e lavorate

Per contro, un elevato consumo di carne rossa e/o carne lavorata si associa ad aumentata incidenza del Tumore al Colon: tuttavia, è molto probabile che l’effetto carcinogenico mediato da questi alimenti possa essere attribuito alle sostanze utilizzate per la loro conservazione, come ad esempio nitrati, nitriti e altri additivi come gli emulsionanti, oppure ancora prodotti chimici che si formano durante la cottura (amine eterocicliche, idrocarburi aromatici policiclici) e, infine, altre sostanze come ferro eme, composti solforati e colina, questi ultimi presenti in alta concentrazione soprattutto nella carne rossa e precursori di una sostanza elaborata dal Microbiota intestinale chiamata trimetilammina-N-ossido (TMAO). Alti livelli di TMAO si associano ad un aumento del rischio di patologie cardiache e più in generale di mortalità, ma diversi studi indicano che il TMAO sia implicato anche nella genesi del Tumore dell Colon: Pazienti affetti da questo tipo di tumore, infatti, mostrano nelle feci un’alta concentrazione di batteri in grado di trasformare la colina (proveniente da cibi di origine animale) in TMAO, il cui consumo in elevate quantità, quindi, comportando una potenziale concentrazione di TMAO maggiore, aumenta di conseguenza anche il rischio di sviluppare un Tumore del Colon.

Microbiota, “regista” del benessere

Oltre alle azioni che favoriscono lo sviluppo di questo genere di Tumore, Il Microbiota intestinale è in grado di modulare anche la risposta alla terapia anti-tumorale, nonché la predisposizione agli effetti avversi indotti dalla Chemioterapia. Recentemente, infatti, alcuni studi hanno riportato come alterazioni del Microbiota intestinale siano in grado di influenzare l’efficacia dell’Immunoterapia e della Chemioterapia per i Pazienti affetti da Tumore del Colon, ma non solo; altri, invece, hanno evidenziato come il “Fusobacterium nucleatum” sia in grado di accrescere la resistenza delle cellule tumorali alla Chemioterapia; i Pazienti con recidive insorte dopo il trattamento di Chemioterapia ne mostrano, nel tessuto tumorale, una maggior concentrazione. Queste ed altre ricerche, quindi, confermano ancora una volta, il ruolo importantissimo del Microbiota intestinale rispetto all’efficacia delle terapie anti-tumorali. Infine, interventi dietetici utilizzati per modulare il Microbiota intestinale nei Pazienti affetti da un Tumore e sottoposti a Chemioterapia, quali ad esempio maggior apporto di fibre, acidi grassi omega-3, vitamina D, calcio, caffè, e più in generale una Dieta vegetariana, si sono associati ad esiti migliori anche in Pazienti affetti da Tu


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