Autore: Prof. Michele M. GuliziaDott. Pasquale CaldarolaProf. Furio ColivicchiDott. Federico NardiDott. Carmine RiccioProf. Giuseppe Zuccalà

 

I farmaci

Come già accennato, l’Ipertensione arteriosa è un fattore di rischio da trattare anche nell’età avanzata; la presenza contemporanea di altre patologie, come l’Insufficienza renale, comporta tuttavia la necessità di controlli medici più assidui. Inoltre, dopo gli 80 anni i livelli pressori da mantenere dovrebbero essere discussi con il proprio Medico curante e con il Cardiologo. Occorre considerare che alcuni dei farmaci utilizzati per il trattamento dell’Ipertensione arteriosa esercitano effetti benefici anche su altri aspetti della salute, come la funzionalità renale, la memoria e l’integrità dell’apparato muscolare.
Dopo i 60 anni non è consigliata la somministrazione di acido acetilsalicilico (aspirina, aspirinetta) in prevenzione primaria, cioè in assenza di una storia precedente di eventi cardiovascolari come Infarto o Ictus; il trattamento in soggetti che abbiano una storia di eventi cardiovascolari è invece sicuramente indicato.
I dati riguardanti il trattamento dell’Ipercolesterolemia nei soggetti anziani che non abbiano precedenti di eventi cardiovascolari acuti (Infarto o Ictus) non forniscono indicazioni univoche, per cui conviene discutere i potenziali vantaggi e svantaggi di tale terapia con il proprio Medico di Medicina generale e con il Cardiologo di fiducia. La sospensione di un trattamento ipocolesterolemizzante già iniziato è tuttavia da evitare, dato che sembra essere associata ad un rischio molto aumentato di problemi cardiovascolari gravi nei due anni che seguono la cessazione del farmaco.

I controlli

Un controllo regolare della pressione arteriosa, con una cadenza raccomandata dal Medico, è consigliabile anche negli anziani che non soffrono di Ipertensione arteriosa; i controlli regolari sono inderogabili nelle persone che assumono farmaci per l’ipertensione, anche nei casi in cui i valori di pressione risultano ben controllati. A questo proposito occorre ricordare che i controlli dovrebbero includere anche una misurazione effettuata alla mattina al risveglio e che gli apparecchi che si utilizzano per le misurazioni, che siano manuali o elettronici, necessitano di un controllo annuale, poiché la loro accuratezza si modifica nel tempo.
Saranno poi il Medico di Medicina generale ed il Cardiologo di fiducia a stabilire i tempi più opportuni per i controlli del sangue, dell’elettrocardiogramma e di eventuali altri esami da effettuare per mantenere benessere fisico e serenità mentale.

Utilità dell’approccio multidisciplinare

La salute del cuore non può essere scissa dal buon funzionamento di tutto l’organismo. L’Insufficienza renale, alcune Malattie neurologiche (come il Morbo di Parkinson), respiratorie (come la Bronchite cronica ostruttiva), endocrinologiche (come le Malattie della tiroide o il Diabete) o reumatologiche (come l’Artrite reumatoide) possono compromettere il cuore. D’altra parte, una malattia cardiaca, come lo Scompenso cardiaco, può esercitare effetti negativi su tutto l’organismo, causando disturbi della funzione cerebrale, renale, epatica, intestinale e dei muscoli. Non è quindi infrequente che il Cardiologo si trovi ad interagire con altri Specialisti, come i Geriatri, per la gestione della salute generale, ma soprattutto della fragilità e della complessità dei soggetti di età avanzata con Malattie cardiovascolari.


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