Soffio al cuore, diagnosi e terapie

Autore: Prof. Michele M. GuliziaDott. Maurizio G. AbrignaniDott. Roberto CeravoloDott.ssa Iolanda EneaDott.ssa Cristina Andriani

Il percorso di diagnosi

Dopo la raccolta della storia clinica e la visita cardiologica, l’Ecocardiogramma è l’esame chiave per confermare la diagnosi di una Cardiopatia congenita o di una Valvulopatia per definirne cause e gravità. Questa metodica permette di valutare le dimensioni delle cavità cardiache, lo spessore delle pareti, la funzione dei ventricoli, la morfologia e i movimenti di apertura e chiusura delle valvole. L’Analisi Doppler consente di ottenere dati precisi sui flussi del sangue attraverso le valvole e quindi stimare attraverso apposite formule la loro funzione. L’analisi morfologica permette di definire alcuni aspetti patologici delle Cardiopatie congenite e delle Valvulopatie.
La severità di una malattia valvolare in genere viene indicata attraverso una gradazione da lieve a severa o a un punteggio da 1 a 4 per l’insufficienza e il calcolo dell’area valvolare per le stenosi, sempre secondo una gradazione che va da lieve fino a severa.
In alcuni casi si ricorre all’Ecocardiogramma transesofageo che permette di ottenere immagini ben definite grazie all’estrema vicinanza della sonda al cuore attraverso l’esofago. Altre Tecniche di imaging utili sono la Risonanza magnetica nucleare e la Tomografia computerizzata.
Nelle forme di Malattia valvolare lieve-moderata, un Ecocardiogramma potrà essere eseguito ogni 2-3 anni o prima, in caso di cambiamento dei sintomi clinici. Nelle forme severe un Ecocardiogramma potrà essere eseguito in tempi più ravvicinati (6-12 mesi) o in caso di nuovi sintomi.

Quali terapie?

Le Cardiopatie congenite richiedono spesso una correzione chirurgica, che sarà differente da caso a caso. Per quanto riguarda i vizi valvolari, con un trattamento medico accurato (rivolto prevalentemente ai sintomi dello scompenso cardiaco) molti Pazienti possono continuare a condurre una vita pressoché normale. Se, però, non si riesce più a compiere le attività della vita di tutti i giorni senza che insorgano stanchezza e affanno, è arrivato il momento di prendere in considerazione il trattamento invasivo. Talora è possibile che il Cardiologo, vista la progressione della malattia, consigli un intervento prima che i sintomi siano importanti. Il trattamento delle malattie valvolari più gravi è usualmente chirurgico.
La maggior parte degli interventi di Cardiochirurgia viene eseguita attraverso un’incisione lungo tutto lo sterno, osso che poi impiega circa sei settimane per raggiungere la cicatrizzazione completa. In Pazienti selezionati, l’intervento valvolare può essere eseguito mediante incisioni più piccole o con un approccio mininvasivo.
Le valvole utilizzate sono di vari materiali. Le protesi meccaniche (realizzate in carbonio pirolitico non ferroso) hanno durata teoricamente illimitata, ma richiedono una terapia anticoagulante per mantenere il sangue “più fluido” (meno coagulabile) per impedire la formazione di trombi (grumi di sangue) sulla protesi stessa. Le protesi biologiche (di maiale o di pericardio) hanno una durata più limitata nel tempo (10-15 anni), ma richiedono una terapia anticoagulante solo per pochi mesi. È possibile, anche, conservare la propria valvola attraverso una “riparazione” (plastica), che può dare risultati soddisfacenti per tutto il resto della vita o solo per un periodo limitato.
La scelta di un tipo o un altro di terapia chirurgica viene compiuta dal Cardiochirurgo in accordo con il Paziente.

Interventi meno invasivi

Accanto alle tecniche chirurgiche, alcune Cardiopatie congenite e valvulopatie, prevalentemente aortiche e in alcuni casi mitraliche, possono ricevere una correzione attraverso interventi percutanei, meno invasivi: in questo caso l’utilizzo di un catetere, che entra da una vena o una arteria della coscia, non richiede un intervento a cuore aperto. La procedura più diffusa è l’impianto di una valvola aortica transcatetere, che consente di inserire la nuova valvola all’interno di quella danneggiata (il telaio userà i suoi lembi per fissare la nuova valvola in posizione).
I notevoli progressi, tanto nelle tecniche diagnostiche quanto nella terapia medica, chirurgica ed interventistica, hanno consentito un miglioramento della prognosi e della qualità di vita dei Pazienti affetti da Cardiopatie congenite e Malattie valvolari, risultati inimmaginabili solo fino a qualche decennio fa.  


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