Uso abituale di FANS
L’assunzione cronica di FANS o di Acido Acetilsalicilico è la più frequente causa di Ulcera peptica non Helicobacter Pylori-correlata. Si stima che circa l’1% della popolazione faccia uso quotidiano di FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) assunti non solo su prescrizione medica ma anche come automedicazione dal momento che la maggior parte di questi farmaci è disponibile come prodotto da banco. Ne possono pertanto conseguire quadri clinici di differente severità e sintomatologia, in quanto questa classe di farmaci interferisce con i normali meccanismi protettivi della mucosa gastrica. I FANS agiscono attraverso l’inibizione di enzimi, chiamati COX, che permettono la sintesi delle prostaglandine.
Nella prescrizione di questa categoria di farmaci è fondamentale valutare il rapporto rischio/beneficio per ciascun Paziente, considerando tutti i fattori di rischio individuali. Molto spesso si assumono FANS dove un semplice analgesico, come il paracetamolo, produrrebbe gli stessi benefici con una minore tossicità. Inoltre, quando è necessario impiegare un FANS, la scelta dovrebbe ricadere su quelli dotati di minore tossicità gastrointestinale (ibuprofene, naproxene) e in presenza di Pazienti ad alto rischio di complicanze emorragiche (età superiore ai 65 anni, alte dosi di FANS, anamnesi di Ulcera peptica o sanguinamento, infezione da Helicobacter Pylori, uso concomitante di aspirina, steroidi, anticoagulanti o doppio antiaggregante) è raccomandata l’associazione con un inibitore di pompa protonica.
Reflusso Gastroesofageo
La Malattia da Reflusso Gastroesofageo, una condizione molto frequente nella popolazione generale, è dovuta alla risalita del contenuto gastrico nell’esofago; il quadro clinico è caratterizzato da sintomi quali bruciore retrosternale e rigurgito, ma anche da sintomi non apparentemente gastrointestinali, come tosse, dolore toracico cardiaco, raucedine.
Può inoltre essere presente dolore epigastrico. I sintomi solitamente si presentano dopo i pasti e possono essere favoriti dalla posizione supina o da sforzi intensi. La diagnosi si basa sulla valutazione quali/ quantitativa del Reflusso mediante la pHimpedenziometria; l’indagine endoscopica è utile per valutare la presenza di quadri correlati al Reflusso, quali ad esempio l’Esofagite. Nei Pazienti con sintomi lievi, il trattamento è basato sulle modificazioni dietetiche e dello stile di vita (evitare alcol, fumo, cioccolata, menta, caffè, grassi, pasti abbondanti, ridurre il peso corporeo, se si è in sovrappeso) in aggiunta all’assunzione di farmaci inibitori della pompa protonica. Dal momento che la malattia si può caratterizzare per periodi di remissione dei sintomi seguiti da altri di riacutizzazione, la terapia può seguire questo andamento.
Reflusso Biliare
Il Reflusso Biliare è un disturbo caratterizzato dall’esposizione della mucosa gastrica ed esofagea al contenuto duodenale (bile e succhi pancreatici) dovuto a un mal funzionamento dello sfintere pilorico che non riesce a chiudersi correttamente. Tra le cause che possono favorire la risalita della bile figurano gli interventi di Chirurgia gastrica (Gastrectomia, By-Pass Gastrico) e la Colecistectomia. Il Reflusso di bile può essere difficile da distinguere dal Reflusso acido, essendo i segni e i sintomi simili, per cui la diagnosi viene posta sulla base della pHimpedenziometria. I sintomi sono caratterizzati da dolore epigastrico, bruciore di stomaco che può irradiarsi alla gola con un sapore amaro in bocca, nausea, vomito biliare, tosse, raucedine e perdita di peso.