Acqua, una risorsa da tutelare

Autore: Dott. Luciano O. Atzori

 

Acque sempre più inquinate

A questo punto la disamina sulle implicazioni che l’alimentazione ha sull’acqua sembrerebbe terminata, ma in realtà se così fosse l’indagine appena fatta sarebbe parziale poiché non è stata trattata la problematica definita “inquinamento”. Infatti, con un’alimentazione di tipo occidentale si intensificano le produzioni agricole per produrre i foraggi destinati agli animali d’allevamento e ciò spesso porta ad un maggior uso agronomico di pesticidi e di fertilizzanti chimici che possono incidere sull’inquinamento idrico. Un esempio di quanto scritto sono la presenza di nitrati e nitriti, composti adoperati per intensificare la qualità e quantità dei prodotti agricoli, nelle acque superficiali e soprattutto di falda. Queste sostanze possono determinare seri problemi alla salute umana sui quali non ci soffermeremo. Per quanto concerne l’analisi dei pesticidi presenti nei corpi idrici, risulta molto utile il “Rapporto nazionale pesticidi nella acque, dati 2011- 2012”, edizione 2014, redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e delle Agenzie Provinciali per la Protezione dell’Ambiente (APPA) che hanno effettuato indagini e analisi sul territorio.
La normativa considera come pesticidi sia i “prodotti fitosanitari” (sostanze utilizzate per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali) sia i “biocidi” (sostanze impiegate in diverse attività quali disinfezione, preservazione, uso non agricolo, ecc.). Attualmente vengono adoperate in agricoltura circa 400 sostanze e nel 2012 sono state vendute 134.242 tonnellate di prodotti fitosanitari. Nel Rapporto è emerso che delle 335 sostanze cercate (attraverso quasi 28 mila campioni per un totale di 1.208.671 determinazioni analitiche) nelle acque superficiali presenti in tutto il territorio nazionale sono stati trovati pesticidi nel quasi 57% dei punti controllati mentre nelle acque sotterranee (anche nelle falde profonde e quindi spesso considerate protette) sono risultati contaminati il 31% dei punti. Anche se le concentrazioni rilevate spesso sono basse, i dati rendono evidente la diffusione dell’inquinamento. Delle 175 sostanze rilevate predominano gli erbicidi e risultano più presenti gli insetticidi e i fungicidi. L’area più contaminata da pesticidi è la Pianura padano-veneta sia a seguito delle caratteristiche idrogeologiche dell’area che per l’intensa attività agricola. Nelle acque sotterranee il 6,3% dei 152 punti di monitoraggio esaminati hanno evidenziato concentrazioni superiori ai limiti di legge, mentre nelle acque superficiali si sono riscontrati valori oltre i limite di legge del 17,2% dei punti esaminati. Le vendite dei prodotti fitosanitari hanno registrato una forte diminuzione e soprattutto dei “molto tossici e tossici” considerati i più pericolosi però si ha un incremento di vendite di quelli “nocivi”. Questi valori principalmente sono dovuti alle recenti norme UE che indirizzano verso una difesa fitosanitaria a ridotto impatto. Dal Rapporto emerge infine la crescente presenza nelle acque di più sostanze contemporaneamente (una sorta di “pericoloso cocktail”) di cui non si conoscono i reali rischi per l’ambiente e per la salute umana.   

Questo articolo è frutto della collaborazione con: E. Tarsitano, E. Baviera, S. Rubini, G. Amoruso, M.G. Foddis, A. De Rosa e D. Di Martino. Biologi Esperti in Sicurezza degli Alimenti, Componenti della Commissione permanente di studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità.


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