Pelle, guarire con le piante

Autore: Dott. Marco Biagi

Il Miele di Manuka

Come accennato riferendosi al Papiro di Ebers, anche il Miele possiede ottime capacità cicatrizzanti e caratteristiche ideali per la cura delle ferite avendo una consistenza semiliquida che lascia umida e nutrita la ferita. Ogni Miele ha caratteristiche diverse dipendenti dalle specie vegetali visitate dalle api; spingendosi fino agli antipodi troviamo quello che è considerato il Miele più adatto alla cura delle ferite soprattutto per la sua eccellente attività antibatterica, cioè il Miele di Manuka (derivato dalla specie “Leptospermum scoparium”). Sul Miele di Manuka sono stati condotti diversi studi clinici che hanno dimostrato la reale efficacia del prodotto, superiore a quella di farmaci convenzionali.

Piante indicate in caso di scottature

Se il resto del mondo ci dona cicatrizzanti di sicuro interesse, possiamo tuttavia tranquillamente crearci una piccola farmacia casalinga cercando tra i nostri campi alcune piante molto interessanti. Camomilla, Calendula, Elicriso e Iperico, in piena fioritura ad inizio estate hanno fiori molto belli e profumati e, estratti con olio di oliva o alcol etilico (in questo caso l’estratto viene incorporato in basi come la cera d’api), forniscono prodotti dotati di attività antinfiammatoria, molto utili soprattutto nel caso di scottature.

L’Erba della Madonna

La pianta che considero più efficace di tutte nelle ferite difficili, e che conservo in un vaso del mio giardino, è l’Erba della Madonna (“Sedum telephium”). La prima piantina mi è stata regalata proprio dalla persona che ha fatto conoscere questa specie al mondo dopo averla utilizzata in oltre mille casi clinici registrati presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze, il Dottor Sergio Balatri.
L’Erba della Madonna è, tra quelli citati, sicuramente il cicatrizzante meno noto a dimostrazione che la ricerca scientifica, lo studio delle piante medicinali e l’insegnamento della Fitoterapia hanno ancora tanto da dare e dovrebbero un po’ di più puntare al futuro guardando l’enorme bagaglio culturale della tradizione. A volte sarebbe estremamente semplice; nel caso dell’Erba della Madonna è il nome botanico stesso che ci fornisce tutte le indicazioni: “Sedum telephium” infatti fu così denominata nel ‘700 da Linneo perché la pianta era nota per curare le ferite “telefie”, cioè quelle che sembrano inguaribili, dal nome di Re Telefo, ferito da Achille.
Oltre che utilizzarla personalmente, sulle foglie dell’Erba della Madonna abbiamo condotto, presso l’Università, numerosi studi e da pochi anni è disponibile in commercio un gel del succo delle foglie. L’Erba della Madonna sorprende ancora perché riunisce in sé tutte le caratteristiche fondamentali del cicatrizzante ideale e possiede attività antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti e stimola la produzione di collagene.


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