Terza età e alimentazione
Le regole base di una sana alimentazione per una persona che ha superato i 65 anni, in buona salute, non differiscono da quelle di un adulto. Tanta frutta e verdura fresche, cereali, soprattutto integrali, sono alimenti che riducono problemi digestivi e di stitichezza, aiutando l’intestino, che con gli anni diventa sempre più “pigro” e permettono di mantenere una buona flora batterica. Ma bisogna assumere anche proteine, soprattutto di origine vegetale (ottimi i legumi), limitare grassi e zuccheri semplici e bere tanta acqua, importante per aumentare l’assunzione di sali minerali essenziali per l’organismo, come per esempio il calcio.
Il controllo del peso è essenziale per evitare il sovraccarico delle articolazioni e mantenere la stabilità vertebrale; mantenere un giusto peso può essere utile per eliminare dolori invalidanti a carico di anche e ginocchia e a livello del rachide lombare.
Cuocere le verdure al vapore per renderle più morbide e assumere cibi e bevande in piccoli bocconi o piccoli sorsi aiuta a superare quella che i Medici chiamano Disfagia, la difficoltà a deglutire. I cibi morbidi (anche gli omogeneizzati, se necessario) aiutano inoltre chi ha problemi di dentatura e masticazione, una delle principali cause di malnutrizione negli anziani.
I benefici sulla psiche
L’organismo umano è fatto per essere attivo e muoversi quotidianamente, il movimento produce effetti positivi sulla salute psicologica delle persone di tutte le età. Uno stile di vita attivo e che prevede una regolare attività fisica fa stare meglio chi già sta bene, prima ancora di avere una ruolo preventivo e contribuire a migliorare le condizioni di salute e la qualità della vita.
Essere in grado di svolgere un’attività sportiva o motoria con una buona performance contribuisce a incrementare il benessere psicologico e l’autostima, la percezione della propria immagine fisica, soggettiva e in relazione agli altri. Si può mantenere uno stile di vita attivo anche attraverso le attività usuali della vita quotidiana: “ogni movimento nella quotidianità conta” è uno dei messaggi chiave delle nuove Linee guida dell’OMS e si collega ad altri due messaggi fondamentali: “fare un po’ di attività fisica è meglio di niente” e “aumentare la quantità di attività fisica permette di ottenere ulteriori benefici per la salute psico-fisica”. L’attività fisica in buona compagnia stimola anche il rilascio di endorfine, sostanze chimiche che influenzano positivamente sia il tono dell’umore che la percezione del dolore con conseguente miglioramento della qualità di vita.
Artrosi e attività fisica
L’Artrosi è una malattia degenerativa che porta progressivamente all’usura e all’assottigliamento della cartilagine, il rivestimento naturale che permette lo scorrimento osseo a livello articolare che serve per distribuire in modo uniforme il carico meccanico sull’articolazione e migliorare lo scorrimento delle superfici articolari.
Questa condizione comporta dolore, rigidità articolare, contrattura muscolare di difesa e limitazione funzionale delle comuni attività quotidiane. Le articolazioni più colpite sono la colonna vertebrale cervicale e lombare, le anche e le ginocchia.
L’attività fisica e l’esercizio terapeutico sono indicati nella fase iniziale della malattia poiché permettono di rallentare il processo degenerativo, attenuare il dolore, mantenere la funzione articolare, stabilizzare gli equilibri e il controllo posturale. L’esercizio fisico mirato e “progettato” sul singolo Paziente migliora infatti il tono muscolare e, di conseguenza, la stabilità dell’articolazione in esame (anche, ginocchia, rachide lombare), permettendo di ottimizzare l’elasticità muscolare e la flessibilità articolare. Il movimento stimola inoltre la produzione del liquido sinoviale, lubrificante naturale delle nostre articolazioni, che aiuta lo scorrimento delle superfici e riduce l’attrito.
In presenza di un’iniziale Artrosi è ideale la pratica di un’attività aerobica a basso impatto, cioè ad intensità lieve-moderata. Bene il Cammino prolungato e regolare, la Ginnastica dolce, Yoga, Pilates e, tra le altre discipline, il Ciclismo e le attività in acqua, in cui, sebbene i muscoli lavorino in modo particolarmente intenso, le articolazioni di anche e ginocchia sono in scarico perché non costrette a sopportare tutto il peso corporeo.
L’immobilità, anche in caso di malattia artrosica, è sempre sconsigliata: il nostro sistema osteo-articolare e muscolare è progettato per il movimento, la sedentarietà riduce la mineralizzazione ossea, la funzionalità articolare e il tono-trofismo muscolare.