Conservare i cibi: dalla natura alla tavola

Autore: Dott. Claudio Caprara

 

Organizzare il frigorifero

Per latte e latticini, carni e verdure, frutta e non ultimo per l’acqua, il principale metodo di conservazione è il freddo moderato e/o elevato, praticabile con l’aiuto del frigorifero/ congelatore. Non un banale ampio contenitore di tutto quello che ci siamo sbizzarriti a comprare abulicamente al supermercato, nonché il ripostiglio di ciò che ci avanza o che prepariamo il sabato per consumare poi chissà quando. Oggi il frigorifero è uno strumento tecnologicamente perfetto, ma ne dobbiamo curare l’igiene e l’efficienza termica interna e le eventuali defaillance, ricordandoci di non tenerlo aperto mentre vagheggiamo cosa ci piacerebbe gustare.
Quanti hanno un termometro da frigo all’interno del proprio apparecchio? Ben pochi. Occorre comunque, oltre alla temperatura, prestare attenzione al livello di umidità in quanto la presenza di prodotti umidi o di cibi ancora evaporanti potrebbe facilitare lo sviluppo di muffe.
Il frigorifero presenta volumi di capacità e piani di stivaggio, il che non vuol dire stiparlo al massimo ed in modo irrazionale (il trasferimento termico non avviene solo per contatto ma anche in funzione dell’aria raffrescata che deve circolare tra i diversi prodotti). I diversi prodotti dovrebbero poi risultare ben visibili e quindi consumati secondo un principio di utilizzare prima i più vecchi in un logico “turn over”.
I più recenti dovrebbero anche essere riposti secondo una logica igienica merceologica per cui i più deperibili, che richiedono il livello termico più basso (4°C) vanno posti più in basso e quelli con minori necessità più in alto.
Gli alimenti preparati ed i cibi avanzati, già cotti (anche sotto vuoto) vanno possibilmente confinati in appositi contenitori a bassa capacità di cessione e comunque protetti da un uso appropriato (attenzione al contatto diretto, alle temperature, ecc.) delle diverse pellicole (pvc o alluminio). La prima attenzione deve essere indirizzata a ben separare i cibi già cotti, più delicati e più facilmente deperibili per sviluppo microbico, da quelli freschi che dovranno essere trasformati e che possono presentare livelli di contaminazione originaria elevati. Per frutta e verdura dovrebbe essere utilizzato il giusto contenitore, posto in basso e separatamente.
Il freddo risulta un efficacissimo metodo di conservazione che raggiunge le temperature più basse nell’area del congelato, sempre che si rispettino anche per questo ambito talune regolette basilari, specialmente per evitare sbalzi termici elevati sia nelle fasi di scongelamento che nel mantenimento della catena del freddo.

Dall’acqua ai detersivi

Se il frigorifero/congelatore ha assunto il ruolo di conservatore domestico centrale, tuttavia non bisogna dimenticare che i problemi sussistono anche per altre derrate e situazioni.
Le scorte di bottiglie di acqua minerale in contenitore in vetro (ed ancor più quelle non in vetro) dovrebbero essere conservate al riparo dal sole e dal calore.
Altri alimenti quali pasta, riso e legumi secchi, se in confezioni o contenitori non ermetici, diventano aggredibili dagli insetti.
Tutte le tipologie alimentari, nelle ristrettezze dell’ambiente domestico dovrebbero comunque evitare improprie vicinanze a prodotti chimici di sanificazione e pulizia (detersivi) e tanto più è da evitare l’utilizzo di contenitori alimentari usati per altre sostanze potenzialmente tossiche.
Rimanendo in un ambito di mera possibilità, a scopo preventivo è da ricordare come taluni prodotti, ad esempio i superalcolici, dovrebbero essere conservati in luogo difficilmente accessibile ai bambini per il rischio di possibili intossicazioni.
Inutile dire poi che la conservazione passa anche attraverso l’attenta lettura delle etichette che contengono informazioni circa i tempi di consumo preferibile e di scadenza. Sussiste poi la regola di non ingerire a occhi chiusi qualsiasi prodotto. Da sempre i nostri occhi e il nostro naso sono stati i primi sensori dell’alterata qualità. La presenza di muffe, fenomeni di fermentazione gassosa, cattivi odori, alterazioni del colore, anche se non necessariamente pericolosi, debbono portare a considerazioni precauzionali.


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