Autore: Dott. Fabio CoppedèProf.ssa Lucia Migliore

Carenza di Folati e gravidanza

Considerato il ruolo chiave dei Folati (quali cofattori per la sintesi di acidi nucleici e amminoacidi), un insufficiente apporto di tali vitamine si ripercuote in gravi manifestazioni a carico di cellule a rapido turnover come quelle del midollo osseo, causando l’Anemia megaloblastica. I Folati sono inoltre essenziali all’embrione per garantire la corretta divisione cellulare durante la crescita intrauterina. Un apporto inadeguato di Folati in gravidanza può pertanto determinare alcune serie complicanze come distacco della placenta, aborto spontaneo, preeclampsia, parto pretermine e basso peso alla nascita, ma soprattutto un aumento del rischio di difetti del tubo neurale nel nascituro quali Spina bifida, Anencefalia ed Encefalocele. Tra le altre complicanze si registrano anche difetti congeniti cardiovascolari, malformazioni a carico delle labbra e del palato, riduzione degli arti e difetti a carico del tratto urinario e digestivo (Rapporto ISTISAN 13/28). Per questo motivo il Network Italiano “Promozione Acido Folico”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha elaborato la raccomandazione che una donna assuma un supplemento di 0,4 mg al giorno di Acido Folico dal momento in cui programma una gravidanza fino a tutto il primo trimestre di gravidanza, periodo in cui si realizza e si completa l’organogenesi del nascituro.
Carenze di Folati sono state inoltre associate ad un aumento del rischio di particolari tipi di tumore (ad esempio tumore del colon-retto). Inoltre i Folati forniscono le unità di carbonio necessarie per la conversione di omocisteina in metionina ed un loro deficit è associato ad iperomocisteinemia, fattore di rischio per malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Come accennato in precedenza, nel 1998 gli Stati Uniti d’America hanno introdotto la fortificazione obbligatoria delle farine in modo da garantire un adeguato apporto di Folati alla popolazione e prevenire i difetti del tubo neurale. Tale strategia è stata in seguito adottata da circa 50 Paesi extra-europei, mentre in Europa si è ampiamente discusso se rendere obbligatoria o meno la fortificazione. Nonostante vi siano evidenze di una riduzione dei casi di difetti del tubo neurale nei Paesi che l’hanno adottata, vi sono anche evidenze che questa potrebbe esporre alcuni soggetti a rischio a dosi eccessive di Folati. In particolare negli anziani, alti livelli di Folati ottenibili con la fortificazione obbligatoria degli alimenti potrebbero indurre deficit significativi di vitamina B12, provocando Anemia e deficit cognitivo. Altro motivo di preoccupazione è dato dal fatto che, in soggetti aventi lesioni pre-neoplastiche, livelli eccessivi di Folati potrebbero nutrire le cellule tumorali favorendo una rapida crescita del tumore. Infine, come discuteremo nel prossimo paragrafo, i Folati sono indispensabili per l’attivazione di alcuni importanti meccanismi fondamentali per la regolazione dell’espressione genica (che potrebbero al contrario essere alterati a seguito di deficit o di eccessi di queste vitamine). Alla luce di queste evidenze, non potendo escludere che una fortificazione obbligatoria degli alimenti possa avere effetti negativi su alcune fasce della popolazione, in Europa si discute ancora se adottare o meno questa strategia.