I risultati preliminari
Riporto qui i risultati preliminari di un nostro studio nel quale abbiamo valutato i livelli di Vitamina D in un gruppo di 31 Pazienti ospedalizzati per Covid-19 in due Ospedali dell’area torinese (4 femmine e 27 maschi), di età compresa fra 41 e 87 anni. La media generale della vitamina D è risultata di 13,65 (+/- 6.75) ng/ml e in tutti i Pazienti abbiamo rilevato valori inferiori a 30 ng/ml: in particolare, valori compresi fra 30 e 20 ng/ml sono stati ritrovati in 6 casi, tra 10 e 20 ng/ml in 17, e valori inferiori a 10 ng/ml in 8 casi. Sebbene questi dati derivino da una casistica numericamente piuttosto contenuta, riteniamo, anche sulla base dei dati scientifici precedentemente esposti, che tale marcata prevalenza di ipovitaminosi D nei Pazienti ospedalizzati per Covid-19 possa essere considerata non solo una casuale associazione, ma anche un possibile fattore patogenetico.
Le nostre risposte
Volendo fornire risposte motivate alle domande che abbiamo posto in premessa, possiamo senza dubbio raccomandare alla popolazione in generale e agli anziani in particolare, di raggiungere livelli adeguati di Vitamina D, con la dieta, esponendosi adeguatamente al sole, oppure, sotto controllo medico, assumendo integratori specifici, in quanto il Covid-19:
- colpisce, soprattutto nelle sue gravi complicanze, soggetti di età più avanzata nei quali vi è una maggiore prevalenza di Ipovitaminosi D;
- si è sviluppato, almeno nelle sue fasi iniziali, in zone situate al di sopra del tropico del cancro che sono le meno esposte all’irradiazione solare nel periodo invernale;
- si distribuisce in modo così rapido e con complicanze che non sono soltanto polmonari, ma anche vascolari e trombotiche, certamente per una particolare aggressività del virus, ma forse anche in ragione degli effetti (trombofilici) esercitati dalla carenza di Vitamina D. (link)