Per una diagnosi più precoce
In epoche passate il Tumore renale era conosciuto come il “Tumore dell’internista”, poiché non dava segni di sé fino alle fasi avanzate della malattia determinando una diagnosi tardiva legata a manifestazioni cliniche come sanguinamento, dolore lombare, dimagrimento e scadimento delle condizioni cliniche generali del Paziente.
Ad oggi la diagnosi del Tumore renale è molto più spesso precoce e non di rado incidentale. Infatti, con l’aumento dell’attenzione per la propria salute e con la diffusione del ricorso a mezzi diagnostici non invasivi come l’Ecografia, capita sempre più frequentemente di scoprire masse tumorali del rene di piccole dimensioni, assolutamente silenti, che consentono di intercettare la malattia in fase precoce permettendo una maggiore tempestività della terapia chirurgica.
Gli esami da fare
L’Ecografia, come detto sopra, rappresenta un esame semplice, non invasivo, che è in grado di evidenziare i Tumori o le Cisti renali complicate. L’indagine di secondo livello per la definizione di un Tumore a carico del rene è rappresentata dalla Tomografia Computerizzata con mezzo di contrasto (TC con mezzo di contrasto) o dalla Risonanza Magnetica (RM). Al momento la Tomografia Computerizzata è l’indagine diagnostica che permette la risoluzione migliore con la capacità di caratterizzare, tra il 94 e il 100%, le lesioni anche di piccole dimensioni. Bisogna ricordare però che il mezzo di contrasto non può essere utilizzato in caso di alterazioni importanti della funzionalità renale. In questo caso è possibile avvalersi dell’uso della Risonanza Magnetica. La Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) con fluorodesossiglucosio (FDG) non è indicata per la diagnosi di queste forme tumorali.
La stadiazione, che rappresenta un momento assai importante nella diagnosi di un tumore, permette di differenziare quest’ultimo in base alle dimensioni e alla sua estensione alle strutture contigue o ad altri organi a distanza. I Tumori del rene al momento della diagnosi sono per il 55% confinati all’organo, per un 19-23% localmente avanzati, mentre nei restanti casi possono coinvolgere a distanza altri distretti più di frequente il polmone, le ossa, l’encefalo e il fegato.
Come intervenire
La Chirurgia rappresenta la terapia di prima scelta per i Tumori del rene, in particolar modo nelle forme localizzate e localmente avanzate, ma trova anche indicazione in casi ben selezionati in cui sono presenti localizzazioni metastatiche. In base alle dimensioni o all’estensione della malattia esistono approcci conservativi come l’Enucleazione (asportazione del tumore che si presenta generalmente rotondeggiante, con attorno una pseudo capsula, ben delimitato dal tessuto sano circostante e pertanto facilmente isolabile e rimuovibile) e la Nefrectomia parziale (asportazione di una porzione renale in cui è compreso il tumore). Di contro, nei tumori più estesi l’approccio è radicale con l’asportazione completa del rene (Nefrectomia totale).
La Chirurgia può essere “open” (a cielo aperto) oppure può avvalersi di tecniche mininvasive quali la Laparoscopica e la Robotica, modalità di intervento eseguite nei Centri accreditati in cui ci si avvale, oltre che di presidi altamente tecnologici, anche della grande esperienza in termini di alti volumi operatori degli Operatori.
Il Tumore renale è resistente ai trattamenti chemioterapici. Nel corso dell’ultimo decennio, sono stati introdotti con risultati incoraggianti per la cura di questi tumori nella fase più avanzata, quella metastatica, nuovi farmaci biologici a “bersaglio molecolare” che interferiscono in specifiche e selettive vie metaboliche che contrastano la crescita tumorale per esempio inibendo la neoformazione dei vasi sanguigni che nutrono il Tumore.