Trapianto di Fegato, attualità e prospettive

Autore: Prof. Salvatore Gruttadauria

Recenti progressi e criticità

Il notevole aumento del numero di Trapianti che si è verificato nell’ultima decade, anche grazie al proliferare in tutto il mondo di Centri Trapianto, ha però raggiunto un limite massimo che riflette un possibile depauperamento della disponibilità di donatori. Tale fenomeno, associato a un sempre maggiore inserimento in lista d’attesa di Pazienti affetti da patologie epatiche neo-plastiche, infettive e/o cronico- degenerative, ha posto in essere una drammatica sproporzione tra il numero dei Pazienti trapiantati e il numero di quelli che potrebbero beneficiare di tale procedura.

Le possibili complicanze

Le complicanze precoci sono generalmente correlate all’intervento chirurgico, alle condizioni cliniche del Paziente pre-Trapianto e alle caratteristiche dell’organo trapiantato. Fra le principali vi è la ricorrenza della malattia primaria che ha determinato l’indicazione al trapianto stesso.
Nell’ambito delle complicanze a medio e lungo termine, invece, il fattore di rischio principale si associa all’immunosoppressione. I farmaci immunosoppressori, in grado di ridurre il rischio di rigetto espongono a un rischio aumentato di contrarre infezioni batteriche, virali e/o fungine e di sviluppare Neoplasie quali Linfomi e Neoplasie solide. La maggior parte dei Pazienti portatori di Trapianto di fegato ritorna dopo l’intervento a una vita normale. L’indicazione a proseguire una stretta sorveglianza clinica dipende però dalla necessità di monitorare la funzione del Trapianto.

Prospettive future

Gli sforzi compiuti in questi ultimi anni, volti a incrementare il numero degli organi disponibili, sono stati diretti al perfezionamento dei criteri di selezione degli organi all’interno del sottogruppo dei cosiddetti “donatori con criteri allargati” e sono state sviluppate tecniche chirurgiche per l’utilizzo del “fegato diviso” e il Trapianto di fegato da donatore vivente. In entrambi i casi, l’evidenza essenziale è che, dietro stimoli appropriati, parti di fegato sono in grado di rigenerare.
Il Trapianto di fegato è stato fin dall’inizio e continuerà ad essere, uno strumento di scoperta scientifica in più campi, e soprattutto in Chirurgia: notevoli sforzi si stanno compiendo sia nella pratica clinica con l’impiego di procedure chirurgiche mininvasive per il prelievo di fegato parziale da donatore vivente e con l’ottimizzazione di tecniche avanzate di conservazione degli organi (per esempio macchine di perfusione), sia in ambito sperimentale per rendere un’opzione possibile l’utilizzo di Trapianti da donatori transgenici di specie discordante (xenotrapianti). Grande enfasi, inoltre, è stata recentemente posta nell’implementazione dell’utilizzo di fegati provenienti da donatori deceduti a cuore fermo, aumentando ulteriormente il bacino dei donatori e realizzando Trapianti di fegato con risultati sovrapponibili a quelli ottenuti utilizzando organi provenienti da donatori in morte cerebrale ma a cuore battente. In conclusione va detto che in Italia il sistema Trapianti è di livello eccellente e tutti i Centri Trapianto di Fegato svolgono la loro attività all’interno della Rete del Centro Nazionale dei Trapianti di cui condividono comuni strategie e Linee Guida.


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