Vaccini e nuove terapie antitumorali

Autore: Prof.ssa Paola Zanovello

 

Nuove strategie

L’applicazione dei Vaccini come terapia del Cancro rappresenta al momento attuale un trattamento in continua evoluzione e ancora oggetto di sperimentazione clinica e di ricerca di base. Molti sono gli studi clinici attivi in Italia e all’estero nelle varie fasi di sperimentazione e molti altri sono in via di attivazione. Oltre agli studi clinici in atto che valutano nei Pazienti l’efficacia di questa opzione terapeutica ma anche i potenziali effetti collaterali ad essa associati, la ricerca condotta nei laboratori prosegue per mettere a punto nuove strategie di vaccinazione e nuove composizioni dei vaccini. Per la preparazione dei Vaccini impiegati nella sperimentazione clinica si è fatto uso prevalentemente di cellule tumorali ottenute dallo stesso Paziente opportunamente pre-trattate per renderle inoffensive oppure sono stati utilizzati gli antigeni tumorali, ossia le molecole che caratterizzano le cellule neoplastiche (tumorali). Gli antigeni sono in genere somministrati in associazione ad un adiuvante, ossia una sostanza che potenzia la risposta immunitaria, oppure vengono fatti trasportare (come usa dire, vengono “caricati”) su particolari cellule del Paziente, le cellule dendritiche. Tali cellule, quando sono somministrate al Paziente, mantengono gli antigeni in una forma che li rende più visibili per il sistema immunitario. Inizialmente, l’impiego dei Vaccini è stato prevalentemente indirizzato a Pazienti affetti da Melanoma ma più recentemente è stato esteso anche ad altri tipi di neoplasie, quali il Tumore del polmone, della prostata, delle mammella, dell’ovaio, del rene. Benché la Vaccinoterapia possegga grandi potenzialità ad oggi le ricadute a livello clinico sono state limitate; per tale motivo, la sfida ancora aperta per la Ricerca è trovare nuove combinazioni di antigeni tumorali e mettere a punto modalità e vie di somministrazione che li rendano più efficaci nel prossimo futuro.

Aspetti critici da risolvere

La Vaccinoterapia presenta un grande vantaggio rispetto ad altre terapie tradizionali, quali la Chemioterapia e la Radioterapia, ovvero la specificità della sua azione. Si intende con questo il fatto che un Vaccino è un approccio mirato contro le cellule tumorali e, in genere, tende a non colpire quelle normali. Gli effetti collaterali indotti dal trattamento, pur essendo presenti sia localmente dove avviene la somministrazione del vaccino che sistematicamente nel Paziente, sono quindi limitati rispetto ad altre terapie che danneggiano anche strutture normali dell’organismo trattato.
A fronte di questo innegabile beneficio per la qualità di vita del Paziente, l’esperienza clinica ha messo in evidenza diversi aspetti critici di cui si sta cominciando a tener conto nell’applicazione di questa terapia. Innanzitutto, diversamente dalla Chemioterapia, i Vaccini non hanno un effetto immediato sul Tumore poiché, come abbiamo detto in precedenza, il loro scopo è mettere in azione il sistema immunitario, che a sua volta attiverà i meccanismi capaci di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questo processo, ovvero la risposta immunologica indotta dal Vaccino, ha bisogno di tempo per produrre un effetto misurabile, come può essere ad esempio una riduzione delle dimensioni del tumore. Pertanto, l’efficacia del trattamento può essere evidente anche a distanza di alcuni mesi dalla Vaccinazione. Paradossalmente, può verificarsi che nelle prime fasi di applicazione del Vaccino la malattia neoplastica continui addirittura ad accrescersi.