Nella tradizione dei Druidi nel centro Europa, tra Svizzera e Francia, si riporta che tre foglie di Menta, raccolte mezz’ora prima dell’alba del primo giorno di plenilunio del mese di agosto, bevute in infuso, conferiscano maggiore attenzione, memoria e concentrazione per ben un anno; dopo il quale si ripete il rituale nel medesimo periodo con le stesse caratteristiche. Per la cronaca, mezz’ora prima dell’alba corrisponde alle 6:02, ora legale e locale, del 29 Agosto 2015… e perché non provare?
Sappiamo inoltre che la Menta, una pianta erbacea perenne, fortemente aromatica e appartenente alla famiglia delle Labiate, è conosciuta per le sue proprietà rinfrescanti, tant’è che nel Nordafrica, in quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è tradizione consolidata l’infuso della Menta proprio per rinfrescarsi. I primi riferimenti, anche medici, si rifanno all’antico Egitto, nell’ambito della Medicina Tradizionale Egizia, parzialmente riportata nel “Papiro di Ebers”, testo medico del 1550 a.C., la cui prefazione riporta che questo scritto altro non è che la trasposizione, su nuovo supporto, di un papiro precedente risalente all’epoca di Cheope. Già allora veniva citata la Menta come farmaco. Anche nella molto più recente Farmacopea Tradizionale Cinese, risalente al 380 d.C., la Menta è presente in diverse ricette complesse o come singolo ingrediente, per la sua azione sedativa, antispasmodica, coleretica.
Gli effetti benefici
Un utilizzo per noi piuttosto nuovo è l’impiego della Menta in corso di Malattie esantematiche dei bambini quando l’esantema (che significa “fiorire all’esterno”) non emerge ancora a livello cutaneo e il bambino ha febbre elevata; l’infuso di Menta permette alla malattia di “uscire”, di esordire alla superficie con eruzione cutanea, cui succede lo sfebbramento del piccolo, quello che popolarmente viene chiamato “sfogo”, termine che implica il concetto di “Fuoco che esce”.
Alla Menta è stata inoltre attribuita un’azione coleretica, agevola cioè la sintesi e la secrezione della bile, e digestiva: bevande alcoliche o meno a base di Menta vengono assunte dopo il pasto proprio per favorire le funzioni digestive. La Tradizione Cinese ci dice che la Menta favorisce il “circolo dell’energia del Fegato” che altro non è che la bile; sempre nella visione cinese il Fegato controlla la mammella, tanto che la Menta è controindicata durante l’allattamento, in quanto lo arresta. Per lo stesso motivo, invece, questa pianta è assolutamente consigliata ed indicata in presenza di dolore mammario premestruale.
Come si è detto, la Menta agisce sulla mente placandola, rasserenando e favorendo il distacco psicologico dalle ansie che ci circondano ed assillano, favorendo quindi il fenomeno dell’ “unplugging”, cioè di “staccare un po’ la spina”.
L’azione digestiva è invece nota e risaputa da tempo tanto che, tra i diversi studi, uno pubblicato nel 2003 dimostrò che l’olio essenziale di Menta somministrato in cento Pazienti determinava una netta inibizione dei movimenti peristaltici del tubo digerente durante la Gastroscopia senza anestesia generale, quindi anche un minor disagio nei Pazienti stessi. Va infine ricordato che, per via dell’azione raffreddante della Menta, se ne sconsiglia l’utilizzo in presenza di mal di gola provocato dal freddo perché, pur riducendo il sintomo, in realtà aggrava la situazione di fondo, per via dell’ulteriore raffreddamento. Il raffreddamento è dovuto alla rapida evaporazione dei numerosi oli essenziali contenuti nella pianta ed è la causa dell’attenuazione di sensibilità e, quindi, dei sintomi.