Yoga correttivo, mente e corpo uniti

Autore: Nieves Lopez

Lo Yoga Correttivo® comporta un approccio intenso di percezione psicofisica attraverso il movimento, la postura e il respiro 

Avvicinarsi alla pratica dello Yoga Correttivo® significa imparare a conoscere un po’ meglio il nostro corpo, scoprendo come funziona, decondizionandolo dagli automatismi quotidiani che lo bloccano. Si tratta infatti di un particolare approccio tecnico, da tutti praticabile, che promuove l’esplorazione e la capacità di essere presente nel corpo mentre si esegue una posizione.

Unione di mente e corpo

Durante la pratica dello Yoga Correttivo® viene sollecitata una presenza attiva, capace di generare movimenti o cambiamenti all’interno del proprio corpo. Quest’ultimo ne beneficia ma, soprattutto, la nostra consapevolezza e sensibilità crescono.
Ci interessa scoprire il corpo da una nuova prospettiva, dove il movimento funzionale integra la postura e lo Yoga tradizionale.
Tutto ciò contribuisce a diminuire le tensioni limitanti, facilita l’apprendimento del rilassamento di corpo e mente, mentre li rafforza. L’invito è quello di mettersi alla prova fisicamente e mentalmente e muoversi in modi diversi per stimolare il proprio sistema nervoso a ritrovare la calma, diventando resilienti di fronte allo stress. Per fare ciò è importante imparare ad entrare nella propria zona confort, attraverso pratiche passive e dolci, senza sforzo e per un maggiore beneficio psico-fisico; ugualmente importante è imparare ad uscirne, attraverso pratiche attive con sforzo muscolare e articolare.

Perché correttivo

Usare la parola “correttivo” potrebbe confondere, siamo infatti pieni di pregiudizi su quello che dovrebbe essere lo Yoga. Yoga Correttivo®, perché non può essere diversamente: quando si applica la consapevolezza fisica a livelli importanti, è sempre Yoga poiché la consapevolezza fisica viene dall’interno, da una mente centrata, presente e silenziosa.
Una particolarità dello Yoga Correttivo® è l’uso degli attrezzi. Non sono imprescindibili ma sono un valore aggiunto alla pratica. Cuscini, coperte, mattoni di gomma, il muro, la sedia, le corde al muro, rappresentano dei supporti che ci possono aiutare a costruire una pratica complementare. Gli attrezzi possono infatti facilitare le pratiche morbide, ristorative e anche d’altra parte ci aiutano a progredire verso una pratica fisica più impegnativa.

Praticare con consapevolezza e in sicurezza

Durante la pratica dello Yoga Correttivo®, la consapevolezza si ottiene attraverso la ricerca della presenza e della profondità in ciò che facciamo. Il movimento veloce e continuo spesso ci distrae da quello che accade veramente, momento dopo momento all’interno in ogni posizione. La pratica si concentra a volte sul movimento lento e a volte sulla postura. Tanto il movimento lento quanto la postura aiutano a creare un respiro aperto durante tutta la lezione.
La consapevolezza è necessaria per crescere nella pratica, senza rischiare di farsi male e soprattutto per svolgere la pratica dello Yoga negli anni in maniera ottimale. Ovviamente tutto viene fatto in maniera molto semplice, con grande leggerezza e secondo il livello di pratica dell’allievo. Nel percorso verso la consapevolezza risultano importanti:

  • acquisire la centratura;
  • aprire la respirazione con pratiche specifiche;
  • conoscere sempre più come funziona il proprio corpo;
  • praticare gradualmente passo dopo passo;
  • attivare l’attenzione, l’osservazione interna e la sensibilità.

Muovere una sola parte del corpo

Durante le lezioni viene proposta una pratica molto leggera e spontanea, contemporaneamente ad una pratica graduale nella quale il praticante impara a muovere tutto il corpo ma impara anche, per esempio, a muovere soltanto una zona del corpo senza compensare con altre zone. La pratica quindi insegna ad ascoltare il proprio corpo e a capire cosa vuole dire muoversi in automatico o in blocco. Vediamo qualche esempio:

  • quando al principiante viene chiesto di ruotare il torace in una certa posizione, spesso il principiante muove anche la testa e/o il bacino: non avendo infatti un range di movimento ampio del torace, tende a compensare con il bacino e/o con il collo; imparare a muovere una sola parte del corpo significa imparare a fermare le altre parti, proprio per uscire dall’automatismo e creare nuovo spazio all’interno del corpo;
  • quando al principiante viene chiesto di portare le braccia oltre la testa per aprire le spalle, a volte tende a portare il torace in avanti, in particolare la parte bassa, la parte più mobile, la bocca dello stomaco, questo atto viene compiuto in automatico per aiutare le braccia a venire verso l’alto senza dover coinvolgere attivamente l’apertura delle spalle che, al contrario, è proprio quello che si vuole ottenere.

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